Le infezioni del tratto respiratorio causate da virus, le più frequenti in questa stagione, non sono trattabili con antibiotici (salvo nei casi di sovra-infezioni batteriche), e attivano il sistema immunitario, causando i sintomi quali rinorrea, irritazione, tosse stizzosa.
I leucociti rilasciano quindi interferone, stimolati dall’infezione virale, un primo marker di risposta del nostro organismo all’infezione. Un rimedio omeopatico di cui abbiamo già parlato riguardo all’effetto immunostimolante in caso di vaccinazione (QUI) è stato testato per verificarne l’efficacia antivirale.
Se ricordate, l’articolo precedente evidenziava come l’efficacia del complesso omeopatico si manifestasse solo in seguito all’introduzione dell’antigene virale con il vaccino, mentre in stato di “assenza di infezione” il rimedio non alterava il quadro immunitario.
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Si avvicina il Natale 2016, e come ogni Natale sale la curiosità attorno alla mirra, uno dei doni dei Re Magi.
Nel caso biblico, in realtà, la mirra ha esclusivamente un valore simbolico: era infatti uno dei componenti principali dei vari unguenti e oli sacri, oltre ad essere usata per le imbalsamazioni già nell’antico Egitto.
Donare mirra, insomma, significava riconoscere la sacralità del bambino in questione.
A livello più profano comunque, gli estratti di mirra sono stati da sempre usati in modi diversi, per sfruttarne le proprietà disinfettanti che la pratica sembrava suggerire.
Da vent’anni a questa parte però, alle convinzioni popolari si sono aggiunti i test di laboratorio, che ne stanno provando sempre più le qualità terapeutiche: anche se fino ad ora i test su patologie umane sono state scarse o nulle, ottimi risultati stanno arrivando dalle analisi in vitro e su topo.
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Notizia odierna la disponibiltà del primo lotto di Cannabis "Made in Italy".
Si chiamerà Cannabis FM-2 e sarà una varietà simile all' "olandese" Bediol.
Lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, dopo un lungo percorso per ottenere le autorizzazioni e standardizzare il processo produttivo è riuscito in questi giorni a dare il via libera per le prima richieste.
Le dichiarazioni dei militari sono confortanti in quanto, dopo questa prima varietà, a stretto giro verrà messa a disposizione sul mercato nazionale anche una tipologia di cannabis simile al "Bedrocan", la Cannabis FM-1.
Non solo, già si parla di una produzione annuale che sfiorerà i 100kg, con l'obiettivo di riuscire nel giro di pochi anni a diventare indipendenti dalle importazioni olandesi per quanto riguarda il fabbisogno italiano.
Aspettiamo quindi con curiosità e trepidazione la prima fornitura della cannabis... di italico lignaggio!
Altre informazioni su: NaturaMedica
Luca Guizzon
Le cheratocongiuntiviti vernali sono un a patologia infiammatoria della superficie oculare.
Avvengono comunemente nella prima decade di vita, e solitamente nelle zone temperate del globo terrestre. La patogenesi della cheratocongiuntivite sembra avere basi immunitarie, nervose ed endrocrine. I più comuni sintomi oculari sono lacrimazione, irritazione, arrossamento oculare e fotofobia. Sebbene la cheratocongiutivite abbia solitamente una prognosi benevola, la scarsa sicurezza riguardo l’origine della malattia rendono il trattamento una sfida per pediatri e oculisti.
A causa della mancanza di una scala di gravità condivisa, non c’è consenso mondiale circa i trattamenti di prima e di seconda scelta. La scelta per il trattamento di media-lunga durata ricade sulla ciclosporina topica o sul tacrolimus.
La concentrazione cui utilizzare questi farmaci è estremamente variabile. Uno studio italiano apparso nel 2010 suggeriva l’utilizzo di un collirio di ciclosporina in base oleosa alla concentrazione dell’1%. Dopo 4 mesi di trattamento i valori di infiammazione erano decisamente minori rispetto alla condizione di partenza. La ciclosporina non ha mai avuto concentrazioni sieriche significative, evitando quindi effetti collaterali sistemici, né ha danneggiato le cellule endoteliali.
Gli studiosi hanno voluto analizzare anche i risultati di un collirio più concentrato, al 2% di ciclosporina. Anche a questa elevata concentrazione, i segni e sintomi della cheratocongiuntivite si sono ridotti già dopo 2 settimane di trattamento senza tuttavia registrare particolari effetti collaterali.
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