La propoli è uno dei prodotti più famosi delle api, una specie di resina naturale frutto di tutto il raccolto che le api fanno, tra cortecce, gemme e fiori vari.
Dal punto di vista terapeutico, la propoli è quasi un portento, con i suoi effetti antimicrobici, anti-infiammatori, immunomodulatori, antiossidanti e antidiabetici. Ecco perché viene utilizzata comunemente come integratore alimentare, per tenere sotto controllo il benessere generale dell’organismo.
Uno studio del 2008 ha testato l’efficacia di propoli contro il virus influenzale. Sono stati presi in considerazione degli estratti alcolici di propoli brasiliana e se ne sono valutati gli effetti antivirali, in vitro ed in vivo su topo. Su 13 estratti di propoli, ben quattro hanno mostrato un’attività anti-influenzale. I topi affetti da influenza sono stati quindi trattati con questi quattro estratti, per 3 volte al giorno in una settimana.
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A cosa devono il colore rosaceo salmone, gamberetti, aragoste e trote?
Il “responsabile” è un carotenoide contenuto in alcune microalghe di cui si cibano: l’astaxantina.
In natura, l’astaxantina si trova legata a delle proteine e tale complesso ha colori che variano dal rosso, al verde, fino al bluastro. Con il calore, poi, queste proteine vengono degradate esponendo l’astaxantina libera, che conferisce il caratteristico colore rosso/rosa a salmone, gamberetti (che infatti crudi sono bluastri), aragosta, trota e al piumaggio dei loro predatori, come il fenicottero.
I costruttori di astaxantina, in natura, sono principalmente due: le microalghe verdi Haematoccus pluvialis e, in misura minore, i lieviti rossi Phaffia rhodozyma.
Questi organismi producono l’astaxantina con lo scopo di raccogliere luce per la fotosintesi; l’ “effetto collaterale” di tale processo è che ottengono anche una valida protezione da radicali dell’ossigeno e radiazioni UV.
Tale “effetto collaterale” si ripresenta anche nell’uomo, quando integri la propria alimentazione con astaxantina.
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L’Acqua di Levico sgorga a 1600 metri da una risorgiva della Valsugana, in una zona dalle significative caratteristiche geologiche: qui, infatti, si incontrano le rocce siliciche ricche di Quarzo e quelle calcariche.
La fonte venne trovata casualmente scavando delle gallerie e già dal 1663 ne viene riconosciuto un carattere terapeutico.
L’acqua nasce dalla Pirite, un tipo di roccia che generalmente si trova molto in profondità. A contatto con l’acqua questa roccia reagisce liberando acido solforico che attiva i processi di erosione degli strati rocciosi circostanti.
In questa azione erosiva l’acqua di Levico non è sola, ma viene accompagnata da particolari bacilli che cooperano nello scioglimento della Pirite: il Thiobacillus thioxidans e il Ferrobacillus ferrooxidans.
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A dispetto del loro decorso naturale e benigno, le “colichette” sono un problema significativo per gli infanti e per i loro genitori: stress psicologico, emotivo e fisico sono gli effetti più diretti, sia per i primi che per i secondi.
A livello farmacologico, l’unico trattamento risolutivo per la colica dei neonati è la Diciclomina cloridrato, che rilassa gli spasmi muscolari dello stomaco. Sfortunatamente però, ben il 5% dei bambini trattati con questo farmaco sviluppa seri effetti collaterali, e ci sono stati addirittura casi di decesso.
Ancor più che in altri casi dunque, scoprire un qualche estratto vegetale capace di contrastare il problema potrebbe rivelarsi un notevole passo avanti.
L’attenzione si è rivolta sull’olio di semi di finocchio, che ha dimostrato diverse volte di ridurre gli spasmi intestinali e di aumentare la motilità dell’intestino tenue. Il suo ampio utilizzo come digestivo o come tisana sfrutta appunto queste note qualità rilassanti. Mancava però il riscontro su bambini nelle prime settimane di vita.
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