Estriolo, Estradiolo, progesterone, DHEA, testosterone: ecco gli attori protagonisti di questa terapia.
Le terapie ormonali sostitutive “classiche” utilizzano ormoni di sintesi: molecole che non sono naturalmente presenti nel nostro organismo, ma che simulano (potenziandone l’attività) gli ormoni naturali e attivano gli stessi recettori.
La terapia con ormoni bioidentici, invece, si prefigge di somministrare gli stessi ormoni che naturalmente produciamo nel nostro organismo.
A voler essere precisi, per gli ormoni di sintesi, sarebbe più corretto parlare di “terapia ormonale sostitutiva”, in quanto “sostituisce” gli ormoni naturali con ormoni di sintesi, mentre per gli ormoni bioidentici di “terapia ormonale di ripristino”, in quanto utilizza gli stessi ormoni già presenti nell’organismo.
E stiamo parlando di ben più che una semplice differenza linguistica.
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Febbraio: tempo di esami universitari e di compiti in classe di fine quadrimestre!
Lo stress psicologico viene spesso somatizzato a livello gastrointestinale: diarrea, “mattone sullo stomaco”, nausea, gonfiore sono solo alcuni dei sintomi che si possono presentare quanto lo stato ansioso supera il nostro limite di sopportazione.
Alcuni rimedi omeopatici hanno tra i loro effetti quello di mitigare lo stato ansioso: pensiamo ad argentum nitricum per l’ansia che si somatizza con scariche diarroiche, oppure a nux vomica per stress che colpisce la digestione.
Eppure, un’ulteriore via di uscita potrebbe essere di “curare” non solo il corpo in toto, ma proprio l’organo interessato: l’intestino. Per far questo, la soluzione migliore è di apportare gli abitanti naturali di questo lungo tubo digerente, ovvero i fermenti lattici.
Ma quali fermenti lattici possono aiutare per combattere la diarrea da stress?
Un recente studio di Culpepper e Ford ha esaminato la riduzione degli stati ansiosi con eventi intestinali in studenti che stavano preparando gli esami di fine corso.
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È impossibile non l’abbiate mai vista: la rosa canina è uno dei fiori più diffuso in Italia, non solo tra i boschi, ma anche nelle nostre siepi e nel verde urbano.
È da lei che abbiamo ricavato le rose da coltivazione e, almeno dal tempo dei romani, su di lei ci siamo affidati per avere un qualche sollievo curativo naturale.
È nel 2005 però che si è tentato di alzare l’asticella, circa le sue potenzialità. Uno studio ha voluto determinare se un estratto di rosa canina possa ridurre i sintomi, e il consumo di farmaci sintomatici, in pazienti che soffrono nientemeno che di osteoartrite.
Sono stati dunque reclutati 94 pazienti: a 47 è stato somministrato 5g di rimedio fitoterapico ogni giorno per 3 mesi, mentre agli altri è stato dato solo del placebo. All’inizio della terapia, dopo 3 settimane e dopo 3 mesi, si è registrato il dolore, la rigidità, la disabilità e la gravità della malattia.
Test importante: dopo appena 3 settimane di trattamento, ai pazienti è stato chiesto di sospendere il consumo di farmaci sintomatici.
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La sclerosi multipla progressiva è una condizione neurologica disabilitante. Recentemente la somministrazione di alte dosi di biotina sta emergendo come una terapia promettente.
La biotina è un coenzima essenziale coinvolto nel metabolismo dei grassi e in altre reazioni di carbossilazione ed è considerata una vitamina del gruppo B.
Il fabbisogno giornaliero di biotina è stimato di 100-300 microg nell'adulto e tale quantità è generalmente fornita dalla dieta. Alimenti ricchi in biotina sono il lievito, le arachidi, i cereali, il latte ed il tuorlo d’uovo.
Mai come in questo caso è importante segnalare quale parte dell’uovo è da utilizzare per introdurre la sostanza nutritizia e quale da evitare durante il trattamento.
Infatti, nell’albume è contenuta l’avidina: una glicoproteina che si combina con la biotina dando luogo alla formazione di un prodotto inattivo.
La biotina è impiegata per prevenire o trattare il deficit della vitamina e, come coadiuvante, nel trattamento di affezioni cutanee a carattere seborroico e desquamativo, alopecia, areata, acne volgare, glossite.
Alla dose di 5 mg, la vitamina viene utilizzata per trattare gli stati carenziali ma dati clinici iniziali suggeriscono che, alla dose giornaliera di 300mg, la biotina è in grado di migliorare parametri oggettivi relativi alla disabilità da sclerosi.
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