Nella visione antroposofica dell’uomo, il sonno riveste un ruolo di fondamentale importanza: è in questo momento, infatti, che si innescano tutti quei processi rigenerativi di fisico e mente che permettono al nostro organismo di ripristinare le energie spese nell’arco della giornata.
Un buon riposo è la base di qualsiasi processo di guarigione. Nella società attuale i problemi di insonnia sono sempre più diffusi e la medicina antroposofica ci offre qualche arma in più per combatterli.
Questo è un tema di cruciale importanza, tant’è che Steiner ne parlò diffusamente nelle sue conferenze, sia in quelle pubbliche che in quelle riservate ai medici. Ed è proprio ai medici che raccomandava di non trascurare mai la tipologia di sonno di cui godevano i loro pazienti, perché un’acuta e accurata osservazione del sonno poteva dare indicazioni riguardo le capacità rigenerative di cui era impregnato il corpo del paziente stesso.
Non solo: anche il sonnambulismo, gli incubi e i crampi notturni vengono ampliamente indagati da Steiner che ne attribuisce un’importanza fondamentale svincolandoli dalla concezione freudiana dei primi del novecento.
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Tra india e Birmania (oggi Myanmar) è diffusissima la pianta Neem, una delle più usate nella medicina popolare indiana: febbre, dolori, infezioni sono sempre stati i suoi target preferiti, ma veniva anche usata come insetticida o aiuto per la prevenzione dentale.
Il suo olio ha un odore strano, a metà tra arachide e aglio, e si sta scoprendo importante anche nella fitoterapia occidentale.
Oggi lo vediamo in associazione con l’olio di iperico, che invece è un rimedio tradizionale europeo: una preparazione a base di erbe medicinali, usata per la sua attività antiinfiammatoria, analgesica e antibatterica.
Uno studio del 2014 li ha appunto testati insieme, in una rara collaborazione Oriente/Occidente, su un problema abbastanza insolito: la guarigione da ferite craniche con l’osso esposto.
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Di vitamina B12 si era già parlato per il suo utilizzo in caso di mal di schiena. (QUI)
Ma la cianocobalamina può rivelarsi utile anche in caso di alterazioni cognitive nell’anziano e di neuropatie periferiche, che possono avere come agente eziologico proprio la carenza della vitamina in oggetto.
I sintomi della carenza di vitamina B12 (di cui necessitiamo di 2-3mg al giorno, poco meno del peso di una goccia d’acqua), sono causati dall’interferenza con la sintesi di DNA. In primis vi è una forma di anemia di tipo macrocitico megaloblastico, ma indipendentemente dall’anemia si possono verificare dei sintomi neurologici quali formicolio, intorpidimento, spasmi, depressione ed insonnia.
Sempre a riguardo del benessere del sistema nervoso, dalla vitamina B12 deriva un coenzima che sintetizza la metionina. La metionina è convertita in S-adenosilmetionina (SAMe): il principale donatore di gruppi metili nelle reazioni di trans-metilazioni, tra le quali si evidenzia quella sintetizza la mielina: componente della “guaina mielinica”: la struttura che ricopre le terminazioni nervose e consente la corretta trasmissione dell’impulso nervoso.
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La tosse, di per sé, è un sintomo che può scaturire da diverse patologie. Non solo quindi “tosse grassa o tosse secca”, causata da infezioni o infiammazioni delle alte vie aeree, ma anche tosse “da gastrite”, tosse “da insufficienza cardiaca”, tosse “da effetto collaterale”.
Evitiamo quindi di banalizzare un sintomo che, nel periodo invernale, è tra i più presenti ma può necessitare di indagine anche approfondite da parte del medico.
La tosse, nell’accezione invernale del sintomo, è tradizionalmente curata con diversi rimedi, da quelli personalizzati (QUI l’articolo) a quelli omeopatici.
Taylor e Jacobs hanno voluto sviscerare il problema in un recente articolo, partendo dal presupposto che decongestionanti, antistaminici e antitussivi hanno registrato poca efficacia clinica nel ridurre i sintomi di raffreddamento e tosse nei bambini, soprattutto in età prescolare.
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