A cosa devono il colore rosaceo salmone, gamberetti, aragoste e trote?
Il “responsabile” è un carotenoide contenuto in alcune microalghe di cui si cibano: l’astaxantina.
In natura, l’astaxantina si trova legata a delle proteine e tale complesso ha colori che variano dal rosso, al verde, fino al bluastro. Con il calore, poi, queste proteine vengono degradate esponendo l’astaxantina libera, che conferisce il caratteristico colore rosso/rosa a salmone, gamberetti (che infatti crudi sono bluastri), aragosta, trota e al piumaggio dei loro predatori, come il fenicottero.
I costruttori di astaxantina, in natura, sono principalmente due: le microalghe verdi Haematoccus pluvialis e, in misura minore, i lieviti rossi Phaffia rhodozyma.
Questi organismi producono l’astaxantina con lo scopo di raccogliere luce per la fotosintesi; l’ “effetto collaterale” di tale processo è che ottengono anche una valida protezione da radicali dell’ossigeno e radiazioni UV.
Tale “effetto collaterale” si ripresenta anche nell’uomo, quando integri la propria alimentazione con astaxantina.
Infatti, si è notato che i carotenoidi vengano accumulati principalmente a livello della macula (una zona della retina), dove sembrano esercitare azione preventiva alla degenerazione maculare senile. L’assunzione dei “3 Moschettieri” alla difesa dell’occhio: zeaxantina, luteina e astaxantina, per 12 mesi, è riuscita a migliorare l’acuità visiva e la sensibilità ai cambiamenti luminosi nei soggetti che ne facevano uso.
Ma, nella strada che conduce alla macula, l’astaxantina ha altri obiettivi da perseguire a difesa della nostra salute.
Anche nella dislipidemia, infatti, il carotenoide può giocare un ruolo attivo.
Somministrando 12 mg al giorno per 12 settimane di astaxantina, si è osservata la riduzione dei valori di trigliceridi e l’aumento del colesterolo “buono” HDL in tutti i pazienti trattati. Inoltre, l’astaxantina aumenta i livelli ematici di adiponectina, una proteina in grado di ridurre l’accumulo di acidi grassi e favorirne l’ossidazione e l’utilizzo a livello muscolare.
Poco prima di arrivare all’occhio, in questa immaginaria risalita dell’astaxantina dall’intestino agli occhi, un sicuro punto di ristoro sono le corde vocali.
L’azione a livello delle corde vocali è cruciale soprattutto per chi, con la propria voce, ci lavora. Pensiamo a cantanti, insegnati, e a tutti coloro che per l’uso massivo della propria voce rischiano di affaticare le crode vocali. 24 mg al giorno di astaxantina, riuscendo a ridurre lo stress ossidativo alla base del processo infiammatorio, proteggono le corde vocali da “infortuni” e infiammazioni.
...e la lezione di matematica può proseguire!
Luca Guizzon
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