La sclerosi multipla progressiva è una condizione neurologica disabilitante. Recentemente la somministrazione di alte dosi di biotina sta emergendo come una terapia promettente.
La biotina è un coenzima essenziale coinvolto nel metabolismo dei grassi e in altre reazioni di carbossilazione ed è considerata una vitamina del gruppo B.
Il fabbisogno giornaliero di biotina è stimato di 100-300 microg nell'adulto e tale quantità è generalmente fornita dalla dieta. Alimenti ricchi in biotina sono il lievito, le arachidi, i cereali, il latte ed il tuorlo d’uovo.
Mai come in questo caso è importante segnalare quale parte dell’uovo è da utilizzare per introdurre la sostanza nutritizia e quale da evitare durante il trattamento.
Infatti, nell’albume è contenuta l’avidina: una glicoproteina che si combina con la biotina dando luogo alla formazione di un prodotto inattivo.
La biotina è impiegata per prevenire o trattare il deficit della vitamina e, come coadiuvante, nel trattamento di affezioni cutanee a carattere seborroico e desquamativo, alopecia, areata, acne volgare, glossite.
Alla dose di 5 mg, la vitamina viene utilizzata per trattare gli stati carenziali ma dati clinici iniziali suggeriscono che, alla dose giornaliera di 300mg, la biotina è in grado di migliorare parametri oggettivi relativi alla disabilità da sclerosi.
Il graduale peggioramento della disabilità neurologica in pazienti con sclerosi multipla progressiva è causata da una progressivo danneggiamento o perdita degli assoni: i punti chiave di tale danneggiamento sono da ricercarsi sia nell’infiammazione latente, che erode la mielina dagli assoni, sia nella neurogenerazione causata da una stato di ipossia all’interno della cellula neuronale.
Combattere questi due processi patologici, può essere un trattamento efficace per la sclerosi multipla progressiva.
Il motivo per cui si è pensato di utilizzare la biotina per contrastare questi due aspetti si sta nel fatto che è una cofattore essenziale per le reazioni chimiche che portano alla sintesi di acidi grassi e di molecole energetiche.
Lo stimolo della produzione di acidi grassi promuoverebbe la sintesi di mielina, mentre l’aumento delle molecole energetiche contrasterebbe il danno neuronale dato dall’ipossia.
Per verificare queste supposizioni, 23 pazienti affetti da sclerosi multipla progressiva sono stati trattati con alte dosi di biotina 100-300mg al giorno per 9 mesi.
In 4 pazienti con riduzione della vista, causata dal danneggiamento del nervo ottico, l’acuità visiva è migliorata significativamente, mentre 89% dei pazienti con un importante coinvolgimento del midollo spinale, sono migliorati in 2-8 mesi dopo l’inizio del trattamento.
Questi dati preliminari suggeriscono che alte dosi di biotina possono aver un impatto sulla progressione della disabilità in sclerosi multipla progressiva.
E si spera possano venire confermati da due trails clinici che attualmente si stanno svolgendo coinvolgendo un numero maggiore di pazienti.
Luca Guizzon
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