La perdita di capelli può avere numerose cause: dal fattore genetico, al fattore ormonale, passando per un’alimentazione scorretta o un malassorbimento intestinale.
Benchè a prima vista possa apparire solo un problema estetico, in realtà avere una chioma soddisfacente ha delle improtanti ricadute psciologiche e di autostima.
Un primo passo per migliorare la salute dei nostri capelli è sicuramente un’alimentazione ricca di vitamine e sali minerali. Le ormai “famose” 5 porzioni di frutta e verdure al giorno, magari dei 5 diversi colori, sono quindi essenziali. Ma possono non essere sufficienti.
Infatti, se introduco anche tutti i micro e macro nutrienti nelle proporzioni e quantità corrette, ma non disponiamo di uno stato di salute intestinale tale da permetterci un corretto assorbimento delle sostanze, tutto il nostro sforzo va sprecato.
Per mantenere la corretta funzionalità dell’intestino, il metodo migliore è quello di “seminare” i corretti fermenti lattici. In particolare, sembra che una particolare specie di ferment lattico, il Lactococcus lactis subsp. cremoris H61 riesca ad aumentare il contenuto di lactobacilli a livello intestinale.
I lattobacilli sono batteri che aiutano il nostro organismo sia a digerire sostanze altrimenti indigeribili (esp. La caseina dei latticini), sia producono sostanze antiinfiammatorie. Su modelli animali, questo ha diminuito la perdita di capelli correlata all’età.
Ma, oltre ad un supporto per via interna, può essere interessante applicare anche una lozione per via topica per supportare e potenziare gli effetti.
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La celidonia è una pianticella che si può trovare facilmente anche passeggiando nei boschi dei nostri colli Berici.
Internamente, è ricca di un lattice dal colore arancione ricco di alcaloidi, sostanze in grado di inibire la mitosi, le lipasi e le proteasi, segno che la pianta ha un particolare rapporto con i processi di calore e di amministrazione dei liquidi.
A diluizioni basse, questa pianta è in grado di stimolare la formazione della bile, di attivare i processi neurovegetativi responsabili dei processi peristaltici nel fegato.
Dal punto di vista antroposofico, possiamo vedere una parallelo tra il processo secretorio della bile e quello dell’occhio, quando un’insufficiente formazione di bile si manifesta come disturbi funzionali all’occhio destro: edema congiuntivale e palpebrale, offuscamento della cornea, funzione dell’iride alterata e occhio dolente.
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Perdonerete l’imbarbarimento della splendida poesia di Ungaretti, ma è certo che d’autunno non solo cadono le foglie ma anche i capelli subiscono un ricambio accelerato.
Anche noi, infatti, un po' come i nostri amici a quattro zampe possiamo dire di “andare in muta” durante il periodo autunnale.
Se questo è un procesos di per se fisiologico e normale che non comporta un effettivo diradamento dei capelli, è anche vero che i certi casi la perdita di capelli può essere o apparire eccessiva e necessita di alcune contromisure.
Una “classica” soluzione a questo problema è l’applicazione di lozioni a base di minoxidil.
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Brutto ritorno dalle vacanze, quello che porta con sé la comparsa di alcune zone iperpigmentate sulla pelle, dette comunemente “macchie cutanee”.
Queste macchie rientrano nel complesso meccanismo del photoaging, e se è vero che la prevenzione attraverso creme solari è la base di qualsiasi trattamento, è anche vero che quando questo non basta, si può ricorrere all’aiuto di due molecole: idrochinone e acido glicolico.
L’idrochinone è una molecola in grado di ridurre la produzione di melanina da parte delle cellule della cute. In questo modo, le “nuove cellule” che appariranno sulla superficie cutanea presenteranno un contenuto di melanina minore e di conseguenza una minor colorazione.
Per permettere il ricambio cellulare sono tuttavia necessari dai 2 ai 3 mesi di trattamento, con risltati che si protraggono per almeno 6 mesi. Importante che in questo periodo la zona cutanea da trattare non sia esposta ai raggi solari (con protezione solare 50+) per evitare la perdita di efficacia del farmaco.
Se vi state chiedendo quanto bisogna stare attenti nell’applicazione per evitare di “sbiancare” anche le zone circostanti, è presto detto: la depigmentazione è molto più veloce nelle aree iperpigmentate rispetto alle aree normo-pigmentate. Quindi attenzione sì, ma nessun panico!
Certo che 2-3 mesi di trattmamento per poi rischiare di veder ricomparire le macchie dopo qualche mese, potrebbe essere un gioco che non vale la candela.
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