Il tarassaco è una pianta che ha almeno un paio di nomi dialettali che ne identificano inequivocabilmente le caratteristiche botaniceh: soffione, per la forma e peculiarità dei semi, o pisacane (dente di leone) per il giallo acceso della corolla.
Questa pianta erbacea perenne, è comune in tutta la pianura e le zone montuose del Nord Italia. Se ne possono utilizzare le foglie sia a scopo culinario, che mediante appropriate tecniche estrattive, come colagogo e coleretico.
Queste proprietà non si possono, tuttavia, attribuire anche al miele.
Il periodo di fioritura è precoce se comparato ad altri fiori (febbraio-magggio), e non sempre le api sono abbastanza in forze per dare un miele unifloreare.
Nel caso si riesca, però, il risultato sarà un miele dai sapori e odori intensi, molto persistente in bocca.
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Visto il periodo dell’anno e la comparsa delle prime caldarroste, non potevamo non iniziare il nostro viaggio attraverso i vari mieli autoctoni che con il castagno.
Il miele di castagno deriva dalla Castanea sativa, albero che può raggiungere i 30 metri di altezza, diffusa in tutto il Nord italia e sugli appennini.
Non è raro trovare dei veri e propri boschi di castagni: i “castagneti” che sono delle vere e proprie coltivazioni di alberi da frutto.
Se è molto conosciuto il periodo di maturazione dei frutti (le castagne), ovvero ottobre, forse è meno risaputo che il periodo nel quale le api raccolgono il polline dai fiori sbocciati di castagno per trasformarlo in miele è giugno.
Il risultato è un miele di colore scuro, o ambrato nella forma liquida, mentre invece se dovesse cristallizzare assumerà una tonalità più marrone.
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I musicisiti ci ricorderanno subito che con il termine “viola” si definisce uno strumento musicale appartenene al gruppo degil archi.
Ma, parlando di galenica, nel nostro caso si intende proprio il colore che conferisce alla soluzione il cristal violetto, o violetto di genziana.
Il viola, nella tradizione, è legato al potere e prestigio di Re e Principi, poiché era il colore del velluto che foderava le corone d’oro dei regnanti.
E quale potere maggiore di un’efficace attività antimicrobica?
Questa sostanza, che è di colore verde se in stato di solido, è un agente antifungino e antibiotico che può essere efficacemente utilizzato per trattare le ferite cutanee.
In particolare uno studio indiano del 2013 ha voluto verificarne l’efficacia per il trattamento di ferite da scottatura gravi: che interessasserò, cioè dal 15 al 50 % della superficie corporea.
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Le specialità gastronomiche si prestano bene allo sviluppo di figure professionali in grado di premiarne le particolari caratteristiche gustative ed olfattive che le contraddistinguono.
Se sono famosi i sommelier di vino ed olio, e le modalità di assaggio di questi prodotti, forse è meno nota la codifica dell’assaggio del miele.
L’assaggio coinvolge 4 dei nostri cinque sensi: negli anni ’70 Michel Gonnet ne codificò le procedure secondo i criteri di Vista, Olfatto, Tatto e Gusto. La valutazione della qualità del miele esula dall’abbandono semplice al piacere del palato, ma vuole scoprire le peculiarità e caratteristiche della singola varietà.
Varietà che può presentare delle ibridazioni di pollini, poiché è spesso presente una sovrapposizione di fioritura tra varie specie vegetali e alle api piace andare “di fiore in fiore”, senza che l’uomo possa esercitarvi particolare controllo.
Per iniziare la valutazione visiva, è bene prendere una piccola quantità di miele e disporlo in un calice da vino, osservandolo sotto una luce uniforme. In questo modo ci potremo accorgere della variazione di colore che appare nel passaggio tra vasetto e bicchiere, osservare in trasparenza l'omogeneità o la presenza di tracce di impurità, valutare se è limpido o cristallizzato.
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