Che il cioccolato faccia bene, non solo al palato, è ormai cosa nota e funge da ulteriore motivazione (se mai ce ne fosse bisogno) per assaggiarne un pezzo in più.
La sensazione di benessere associata al consumo di cioccolato può essere qualcosa di più di un semplice rilascio di dopamina (neurotrasmettitore dell’”Appagamento”) da parte del cervello.
Gli studiosi Martin e Attille, infatti hanno voluto somministrare cioccolato al latte, o fondente a volontari affetti da vari stati di ansia. Dopo due settimane di “trattamento”, ovvero dopo due settimane che i partecipanti concludevano i pasti con uno snack a base di cioccolato al latte o fondente, gli scienziati hanno valutato i livelli di ansia e di energia post prandiale.
Gli snack a base di cioccolato al latte hanno ridotto significativamente la sensazione di ansia nei soggetti particolarmente ansiosi, mentre il cioccolato fondente oltre a ridurre l’ansia (in misura minore) riusciva a dare una sensazione energizzante ai volontari.
Questa azione energizzante del cioccolato è nota sin dall’antichità: secondo una leggenda azteca, la pianta fu donata dal dio Quetzalcoatl per alleviare gli esseri umani dalla fatica.
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Un’interessante integrazione per aiutare durante la pratica di sci alpinismo può essere effettuata con gli aminoacidi ramificati.
Gli aminoacidi ramificati sono tradizionalmente 3: leucina, valina e isoleucina e vengono somministrati in rapporto 2:1:1 per gli sport di resistenza.
Questo rapporto (2 parti di leucina per una parte di isoleucina e valina), è stato raggiunto a seguito di numerosi studi scientifici, che l’hanno indicato come ottimale.
Gli aminoacidi ramificati costituiscono circa il 20% delle proteine contrattili del nostro organismo e possono essere utilizzati dai muscoli in vario modo durante l’attività fisica: vengono ossidati per produrre enrgia (in particolare la leucina), utilizzati per sintetizzare nuove fibre proteiche, nella gluconeogenesi o re-immessi in circolo sanguineo per venire utilizzati a livello cerebrale
La leucina, in particolare, è l’aminoacido più importante per stimolare la sintesi proteica, in quanto attiva l’mTOR, via metabolica attivata selettivamente da questo aminoacido o dall’esercizio fisico.
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Il Symphytum officinale è una pianta erbacea che nel passato veniva utilizzata per trattare fratture, artriti, acne e ulcere varicose e gastriche.
Il nome deriva da “Symphis” che significa “crescere” in greco antico e “phyton” pianta: richiamando quindi l’utilizzo per la crescita e formazione delle ossa.
Proprio questa è una delle indicazioni che trova nella pratica omeopatica, che è l’unica pratica Marcantonio e Neto hanno voluto dimostrare l’effetto del trattamento omeopatico a base di shymphytum officinalis 6CH in ratti con impianti di titanio.
L’obiettivo dello studio era valutare l’accrescimento osseo attorno all’area impiantata e verificare se vi fosse un miglioramento rispetto al placebo.
I ratti assorbivano gocce di symphytum una volta al giorno miscelate in acqua. Dopo i primi 7 giorni di trattamento, i ratti trattati con il rimedio hanno dimostrato un accrescimento doppio della matrice ossea attorno alle placche di titanio. Accrescimento che poi si è livellato al gruppo di controllo dopo 28 giorni di trattamento.
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Il 2018 sembra promettere bene quanto a cime innevate (anche troppo in certe regioni d’italia).
Il nostro corpo, quando svolgiamo attività fisica ad altitudini elevate sfrutta soprattutto l’energia derivata dal consumo di carboidrati.
A breve nella sezione “fitoterapia”, parleremo di cioccolato e di come possa inserirsi nell’attività fisica. Infatti, oltre ad essere una ghiotta fonte di zuccheri semplici a rapido assorbimento, introduce nel nostro corpo altre sostanze in grado di sostenere e potenziare l’attività muscolare.
Ma, lasciamo il dolce momentaneamente da parte per per analizzare altre sostanze, meno golose, ma altrettanto interessanti per migliorare la performance sulla neve.
Ci viene in mente l’articolo di Gross e Bieri, che nel 2014 hanno valutato l’effetto della supplementazione con 4,8g /die di beta-alanina in sciatori agonistici.
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