Dalle piante spesso si ricavano composti fotosensibilizzanti, ovvero in grado di attivarsi e genereare reazioni biologiche (non sempre piacevoi) se ci si espone alla luce del sole dopo essere entrati in contatto con gli stessi.
Un caso virtuoso, in tal senso è dato dalla khellina.
La khellina è un furanocromone ricavano da semi e foglie dell’amni visnaga.
L’Ammi visnaga è dotata di attività spasmolitica a livello cardiaco, bronchiale, gastroenterico e urinario.
I suoi metaboliti secondari svolgono questa attività elettivamente sulla muscolatura liscia e, a livello cardiaco, tale attività si concentra principalmente a livello coronario.
L’effetto, lento ma duraturo, della vasodilatazione può essere efficacemente sfruttato in casi di angina pectoris, mentre, negli altri distretti, può avere utilità nel trattamento dell’urolitiasi, del broncospasmo o dei crampi intestinali.
La kellina, però, può essere utilizzata tramite applicazioni topiche, nel trattamento della vitiligine. Infatti, assieme all’irradiazione UV, è in grado di stimolare l’attività dei melanoiciti.
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Il deidroepiandrosterone è un ormone naturalmente prodotto nel nostro organismo come precursore di ormoni androgeni od estrogeni.
Proprio per queste sue caratteristiche, viene utilizzato nella terapia ormonale sostitutiva a base di ormoni bioidentici.
Ma può avere effetti positivi anche negli uomini.
In particolare, nell’uomo il DHEA viene convertito prevalentemente in testosterone, ormone che tra le altre cose contribuisce all’aumento della massa muscolare ed al mantenimento della stessa.
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In palestre, piscine o anche in semplici ambienti domestici, talvolta può capitare di incorrere in una verruca.
Queste formazioni, di natura benigna, sono costituite da vari strati di tessuto epiteliali che rivestono un nucleo interno alimentato anche da vasi sanguinei.
Questo processo si verifica a seguito della penetrazione del virus HPV (virus del papilloma umano) all’interno dell’epidermide. Da notare che la verruca è comunque un’infezione superficiale che non raggiunge mai strati inferiori al derma cutaneo.
Possono essere vari gli aspetti della verruca, a seconda della zona corporea colpita e del ceppo virale infettante: comuni, planari, filiformi, etc..
Sono vari i rimedi che si utilizzano per asportare la verruca: dalla vaselina salicilica, alla crioterapia, passando per asportazioni chirurgiche o laser.
Un ruolo chiave sembra giocarlo anche il sistema immunitario che, quando non è sufficientemente attivo, permette al virus di insediarsi nell’epidermide e di creare la cicatrice.
Da valutare attentamente, quindi, non solo azioni locali, ma anche una stimolazione generale del sistema immunitario, soprattutto per evitare spiacevoli ricomparse.
Tra questi rimedi, ve n’è uno che non richiede ne medicinali, né strumenti particolari, ma che sembra essere particolarmente efficace: il tapping.
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Non sono poche le piante che, nella vitalità del confronto e dell’interesse scientifico hanno visto confrontati i loro effetti con quelli di farmaci di sintesi.
Rispetto ad una singola molecola di sintesi, l’utilizzo di un fitocomplesso riesce ad apportare più benefici contemporaneamente, migliorando i più punti la qualità della vita del paziente.
Un esempio lampante lo si ha quando si considera la cefalea: questa condizione debilita pesantemente il paziente e se per le forme più lievi spesso sono sufficienti dei farmaci antiinfiammatori, nelle forme più gravi si utilizzano farmaci più specifici come i triptani. Proprio nei confronti di un rappresentante di questa classe di farmaci, il sumatriptan, è stato testato lo zenzero per il trattamento dell’emicrania comune.
Sia ricevendo 300mg di polvere di zenzero (Zingiber officinalis) che 10mg di sumatriptan, i pazienti riportavano un significativo miglioramento nell’intensità del mal di testa già dopo due ore. L’efficacia e la soddisfazione dei pazienti con questi due trattamenti è stata paragonabile in questo studio. Ciò che non era paragonabile è stato il profilo di sicurezza: decisamente migliore nel caso dello zenzero.
Un’altra patologia che può pesantemente peggiorare la qualità della vita del paziente è l’ansia. In questo caso come esponente della fitoterapia è stata selezionata la passiflora, pianta che vanta effetti ansiolitici.
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