Un’interessante integrazione per aiutare durante la pratica di sci alpinismo può essere effettuata con gli aminoacidi ramificati.
Gli aminoacidi ramificati sono tradizionalmente 3: leucina, valina e isoleucina e vengono somministrati in rapporto 2:1:1 per gli sport di resistenza.
Questo rapporto (2 parti di leucina per una parte di isoleucina e valina), è stato raggiunto a seguito di numerosi studi scientifici, che l’hanno indicato come ottimale.
Gli aminoacidi ramificati costituiscono circa il 20% delle proteine contrattili del nostro organismo e possono essere utilizzati dai muscoli in vario modo durante l’attività fisica: vengono ossidati per produrre enrgia (in particolare la leucina), utilizzati per sintetizzare nuove fibre proteiche, nella gluconeogenesi o re-immessi in circolo sanguineo per venire utilizzati a livello cerebrale
La leucina, in particolare, è l’aminoacido più importante per stimolare la sintesi proteica, in quanto attiva l’mTOR, via metabolica attivata selettivamente da questo aminoacido o dall’esercizio fisico.
In sport di endurace, com’è lo sci alpinismo o lo sci di fondo, più che la leucina sono importanti la valina e l’isolecuina. Se la leucina consente un risparmio di glucosio, l’isoleucina è in grado di far affluire più glucosio a livello della cellula muscolare, migliorando le prestazioni di lunga durata dove il metabolismo muscolare è aerobico o anaerobico lattacido.
La valina, invece, compete a livello cerebrale con il triptofano. Il triptofano, durante l’attività fisica, viene lasciato libero nel plasma, poiché l’afflusso di ssanue ai muscoli privilegia l’assorbimento di aminoacidi ramificati e glucosio.
Se non vi è equilibrio tra triptofano e BCAA, il triptofano riesce a passare la barriera emato-encefalica e penetra nel SNC, dove viene trasfromato in serotonina. LL’aummetnto dei livelli di serotinina aumenta la sensazione di fatica, malumore e difficoltà a continuare l’allenamento.
Aspetto interesante è che gli aminocadi ramificati vengono assoribti con facilità dall’itnestino e raggiungono direttamnete il muscolo senza subire modifiche metaboliche da parte del fegato. A questo si deve la loro fama di “agenti detossificanti”, poiché consentono di mantenere positivo il bilancio azotato (e quindi di permettere l’accrescimento muscolare), senza appesnatire l’attività del fegato (come sarebbe per l’assunzione di altri aminoacidi o di proteine intere).
Bigard e Alvier hanno somministrato a sci-alpinisti o BCAA, o un supplemento carboidratico prima di affrontare un’escursione di 6-8ore per 2000 metri di dislivello.
Al termine dell’uscita, i soggetti che hanno assunto carboidrati hanno visto calare notevolemente la loro massa, mentre i soggetti ocn BCAA non hanno subito perdite significative di peso.
In particolare, gli atleti che hanno assunto BCAA non hanno riportato cambiamenti nella composizione corporea, e non hanno subito rallentamenti nell’eservizio. Viceversa l’assunzione di carboirdati ha ridotto il picco di potenza.
Questi risultati sono concordi con l’utilizzo dei BCAA come anti-catabolici e tamponi dell’acidità muscolare.
…e buona montagna a tutti!
Luca Guizzon
Fonti: