Con l’inizio della primavera, la fioritura delle piante aumenta i livelli di pollini nell’aria e, tale aumento, è correlato anche ad un’innlazamente dei casi di allergia.
Allergia che si può manifestare in diverse forme: dalla comune rino-congiuntivite, fino a rush cutanei o dermatiti.
Il Cardiospermum, genere di pianta native del sud america e dell’India, è comunemente utilizzato per il trattamento di affezioni cutanee .
Il nome è di origine greca e deriva da καρδία (cuore) e σπέρμα (seed), riferendosi alla forma dei frutti di questa pianta. Altri nomi con cui è conosciuta è “ Love in a Puff” , per la sottile membrana che racchiude i semi.
L’estratto dei semi ha proprietà antiossidanti, contro la tirosinasi, l’acetilcolinesterasi e la butirilcolinesterasi, che rendono ipotizzabile un suo utilizzo anche per patologie neurodegenerative. Tali effetti sembrano dovuti ai costituenti del seme: apiegenina e luteolina
A valutare l’efficacia del cardiospermum per il trattamento delle patologie cutanee è intervenuto Augustin che ne ha confrontato l’efficacia con altri trattamenti.
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La presenza di macule o chiazze piane di colore bruno o marrone a livello cutaneo può essere un primo segno di melasma.
Questa condizione, che spesso è sostenuta da alterazioni del quadro ormonale, sembra essere correlata ad alterazioni funzionali dei melanociti, responsabili di un aumento del trasferimento della melanina ai cheratinociti dello strato basale o ai macrofagi del derma.
Per capire se la “colpa” sia dei macrofagi o dei cheratinociti dello strato basale, si può utilizzare l’esame della “luce nera di Wood” (ovvero lampada UV): tale distinzione è fondamentale per poter definire meglio la strategia terapeutica da attuare.
E proprio a questa differenza si deve essere ispirato Kligman nell’ideazione della sua formula.
Kligman era un dermatologo americano che co-inventò l’acido trans-retinoico (detto tretinoina) per il trattamento dell’acne assieme a James Fulton nel 1969.
La formula, si deve però alla sua collaborazione con Isaac Willis con il quale scrisse un articolo apparso su JAMA nel 1975 dove gli autori riportavano l’effetto schiarente di una combinazione di tretinoina (0,1%), idrochione (5%) e desametasone (0,1%) in unguento se applicato quotidianamente per 5-7 settimane. (Abbiamo parlato dei singoli componenti QUI e QUI).
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La Schisandra chinensis, conosciuta anche con il nome di five-flavor-fruit (from Chinese wǔ wèi zi) è un albero con portamento rampicante “a vite legnosa” che è nativo delle foreste del Nord della Cina e dell’estremo Est della Russia.
Il nome cinese della pianta, deriva dal fatto che le bacche di schisandra posseggono tutti e 5 i sapori fondamentali della medicina cinese: dolce, salato, amaro, piccante e acido.
Le bacche sono la droga della pianta, che è considerata tra i 50 rimedi fondamentali della medicina cinese e che, chimicamente, include composti quali la schisandrina e altri lignani.
Ma questi cinque sapori possono essere correlati ad altrettante proprietà?
Rimanendo sulla metafora e non addentrandoci nel significato terapeutico della medicina tradizionale cinese, possiamo dire che il “primo sapore” ci viene dalle popolazioni Ainu, che tradizionalmente usano questa pianta come rimedio per i raffreddori ed il mal di mare, ma gli effetti confermati dalla letteratura vanno molto più in la.
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L’appena trascorsa Domenica delle Palme, ci da l’occasione di parlare di un albero tipico della nostra nazione: l’Ulivo.
Sin dall’antichità, numerose culture del bacino del Mediterraneo (zona in cui la pianta è autoctona), hanno conferito diversi significati simbolici a questa pianta.
Pace, fecondità, benessere e benedizione sono solo alcuni dei significati attribuiti ai ramoscelli di Ulivo.
Nella mitologia greca, il ramoscello di Ulivo fu offerto dalla Dea Atena agli ateniesi dopo aver sconfitto il Dio del Mare Poseidone; per i Romani, l'ulivo era simbolo insigne per uomini illustri.
Nella cultura ebraica, era simbolo della giustizia e della sapienza.
La prima citazione dell'ulivo nella tradizione ebraica si ha nella Bibbia, alla fine del racconto del diluvio universale, quando la colomba porta a Noè, come segno di pace, un ramoscello di olivo.
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