La presenza di macule o chiazze piane di colore bruno o marrone a livello cutaneo può essere un primo segno di melasma.
Questa condizione, che spesso è sostenuta da alterazioni del quadro ormonale, sembra essere correlata ad alterazioni funzionali dei melanociti, responsabili di un aumento del trasferimento della melanina ai cheratinociti dello strato basale o ai macrofagi del derma.
Per capire se la “colpa” sia dei macrofagi o dei cheratinociti dello strato basale, si può utilizzare l’esame della “luce nera di Wood” (ovvero lampada UV): tale distinzione è fondamentale per poter definire meglio la strategia terapeutica da attuare.
E proprio a questa differenza si deve essere ispirato Kligman nell’ideazione della sua formula.
Kligman era un dermatologo americano che co-inventò l’acido trans-retinoico (detto tretinoina) per il trattamento dell’acne assieme a James Fulton nel 1969.
La formula, si deve però alla sua collaborazione con Isaac Willis con il quale scrisse un articolo apparso su JAMA nel 1975 dove gli autori riportavano l’effetto schiarente di una combinazione di tretinoina (0,1%), idrochione (5%) e desametasone (0,1%) in unguento se applicato quotidianamente per 5-7 settimane. (Abbiamo parlato dei singoli componenti QUI e QUI).
Rispetto alla formula originale, negli utlimi anni la tretinoina, in grado di aumentare il turn-over cellulare a livello epidermico, viene utilizzata a concentrazioni minori (0,01%) per limitarne gli effetti collaterali.
Questa formula, seppur datata, continua a riscuotere successo nel campo dematologico, tanto da essere utilizzata ancora oggi come standard di riferimento.
L’effiacia del trattamento, infatti, continua ad essere verificata. È di pochi anni fa uno studio condotto su melasma o lesioni simili, trattate per 8 settimane con due versioni della formula di Kligman-willis (associata a protezione solare).
Dopo 6 settimane di trattamento, in entrambi i casi le lesioni iperpigmentate sono state ridotte. Purtroppo in alcuni casi si sono verificate delle ricadute, che tuttavia sono risultate di minor colorazione rispetto alle macchie originali. Gli autori, quindi suggeriscono la possibilità di un’aplicazione intermettente per evitare fenomeni di ricaduta e mantenere più a lungo il risultato.
Recentemente, sono apparse nuove molecole su cui vengono riposte molte aspettative per la riduzione dell’iperpigmentazione. Una tra tutte è il cromabright, in grado di uniformare il colorito della pelle, rendendola al contempo più luminosa e idratata.
Questa molecola regola il processo di pigmentazione inibendo la tirosinasi, un enzima che catalizza la sintesi di melanina. L’attività di questo principio cosmetico si è rivelata pari a quella dell’idrochinone, ma con tempi minori (2 mesi) e con un contestuale effetto anti-UV.
Tali risultati sono da ancora da confermare a livello di letteratura internazionale, ma i dati preclinici lasciano ben speraresull’efficacia di questo nuovo trattamento.
Luca Guizzon
Fonti:
A new formula for depigmenting human skin. Kligman AM, Willis I.Kligman AM, Willis I.
Skin Res Technol. 2011 Instrumental analysis of the pattern of improvement and that of recurrence of melasma in Thai females treated with Kligman-Willis triple combination therapy: confirmation by using its two different formulae Pratchyapruit W et alInstrumental analysis of the pattern of improvement and that of recurrence of melasma in Thai females treated with Kligman-Willis triple combination therapy: confirmation by using its two different formulae Pratchyapruit W et al