Gli usi dell’aloe sono tra i più conosciuti e studiati nel mondo vegetale.
Il nome deriva da als-alos perche la pianta vegeta presso il mare. Deriva anche dall’arabol alua (amaro) e ebraico Halat (amaro), allusione all’aroma del succo.
L’Aloe si caratterizza per avere delle foglie carnose, lanceolate, con cuticola molto spessa, che racchiudono all’interno un abbondante parenchima acquifero.
Tale aspetto è da sottolineare poiché, l’utilizzo della foglia intera o del solo parenchima cambia, e di molto, le proprietà terapeutiche e gli utilizzi della pianta.
Infatti, nella cuticola, ed in particolare nei tuboli esterni sotto l’epidermide della foglia, sono presenti derivati antachinonici dalle note proprietà lassative. Viceversa, il parenchima acquifero è ricco di polisaccardi, aminoacidi, lecitine e acidi organici che gli conferiscono proprietà cicatrizzanti.
La pianta, era conosciuta già nel 2000 aC nell’Antico Egitto, dove era utilizzata tra i preparti per l’imbalsamazione e proprio come cicatrizzante.
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Anche i nostri amici animali possono soffrire di ipertensione e una delle più comuni classi di molecole utilizzate per trattare queste condizioni sono gli alpha-bloccanti.
La fenossibenzamina va oltre questa singola finalità d’uso.
Infatti, trova impiego nella stabilizzazione pre-operatoria del feocromocitoma o nel trattamento della ritenzione urinaria, specie se questa conduce all’ipertensione.
La fenossibenzamina è un potente alpha-bloccante la cui azione si manifesta lentamente, ma si prolunga nel tempo. Con effetti che si ripercuotono anche in altri sistemi fisiologici, quali l'adrenergico.
Herrera ha dimostrato ancora nel 2007 l’efficacia del trattamento con fenossibenzamina in cani operati di adrenalectomia per il feocromocitoma, per ridurne la mortalità perioperatoria.
I cani sono stati trattati per 20 giorni prima dell’intervento con una dose media di 0.6 mg/kg ogni 12 ore di fenossibenzamina. Il trattamento ha permesso di triplicare la sopravvivenza dei cani: risultato tanto più evidente quanto più il cane era giovane e senza complicanze cardiovascolari pregresse.
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Presente nelle bacche e nella frutta secca (more, melograno, lamponi, noci), l’acido ellagico è un derivato all’idrolisi di tannini con spiccate proprietà antiossidanti, e non solo.
Scoperto dal chimico Henri Braconnot nel 1831, fu sintetizzato per la prima volta nel 1905 ad opera di Maximilian Nierenstein che lo preparò a partire da algarrobilla, dividivi, corteccia di quercia, melograno, myrobalan e quercia vallonea.
Numerosi studi lo vedono in grado di ridurre la tossicità di numerosi composti sulla motilità degli spermatozoi.
Ma altre possibili applicazioni di questo composto, recenti studi ne ipotizzano l’efficacia per il trattamento del deficit cognitivo in pazienti anziani.
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La Tachicardia sopraventricolare è un’aritmia che origina nello spazio compreso tra l’approdo cardiaco delle vene e il fascio di His. La frequenza cardiaca può innalzarsi fino a 300 battiti al minuto, in base all’età e al meccanismo aritmogenico.
L’incidenza del 2-3 per mille attesta le tachicardie sopraventricolari (TSV) come le aritmie più frequenti dell’età pediatrica entro il primo anno e dopo i 6-7 anni. Circa il 40% dei pazienti pediatrici presenta il primo episodio nel primo mese di vita, più del 50% entro il primo anno di vita. In generale, dopo il primo episodio, un bambino ha alte probabilità di recidiva nei successivi 10 anni.
Le tachicardie sopraventricolari in età pediatrica rappresentano una sfida non solo per il pediatra, ma anche per il cardiologo che si trova di fronte ad un piccolo paziente in una situazione di emergenza.
Particolare da non sottovalutare è la correlazione che esiste tra aritmie ventricolari (di cui la tachicardia fa parte) e la prevenzione della morte cardiaca improvvisa.
Compito del medico è scegliere una terapia appropriata che tenga conto dell’aritmia, delle condizioni mediche associate che possono contribuire e/o esacerbare l’aritmia, del rischio ad essa correlato e dei rischi benefici della potenziale terapia.
In tal senso, l’opportunità di una preparazione galenica può essere di cruciale importanza, in quanto vi può essere la necessità di ricorre a principi attivi la cui stabilità nel tempo è da valutare attentamente.
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