La fluoxetina è un potente inibitore selettivo dell'uptake della serotonina.
Tradotto: “la fluoxetina è un farmaco che ha un ruolo importante nel trattamento della sindrome depressiva”. È forse il primo e più famoso di questa classe di farmaci, infatti è in commercio dal 1988.
Non è un farmaco da assumersi senza il controllo medico, infatti presenta diversi effetti collaterali, tra i quali ricordiamo: tremore, insonnia e perdita della libido. Inoltre può ridurre o alterare la capacità di svolgere attività che richiedono attenzione. Un effetto collaterale che in realtà veniva sfruttato nella terapia della perdita di peso farmacologica (fino a recente decreto ministeriale che ha messo fine a questa pratica) è, appunto, la perdita di peso e l’anoressia.
La fluoxetina è sconsigliata in soggetti con insufficienza renale, patologie cardiache, epatiche o diabete (in quanto può alterare i valori glicemici).
Ora che abbiamo dato sommaria descrizione del protagonista, perché parliamo di “plasticità”?
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Tutti conosciamo la camomilla come rimedio tradizionale per aiutare il rilassamento e dormire meglio. Alcuni studi scientifici stanno anche confermando quest’uso popolare, tipico del nostro Paese.
La chamomilla in diluzione omeopatica, per la verità, si può utilizzare in modo “simile”. Infatti, è un rimedio tipico per i bambini irritabili, collerici, capricciosi, che non sopportano di essere toccati e neanche guardati.
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Sembra esserci un nuovo alleato contro i postumi da sbornia: si chiama Eleuterococco, meglio conosciuto come Ginseng siberiano, o “pianta dello sportivo”.
Finora infatti, è stato usato dagli atleti di tutto il mondo per aumentare la resistenza agli sforzi fisici. Oltre a ciò, sembra abbia qualche effetto immunostimolante, anche se non ci sono ancora prove definitive a riguardo.
Nessuno si aspettava però potesse essere valido per combattere i postumi da sbornia, anche perché tra i rari effetti collaterali sono stati registrati alcuni casi di cefalea, insonnia e irritabilità: tutte cose che solitamente insorgono anche dopo una grande bevuta. Sembra un cortocircuito curioso, ma un articolo pubblicato nel 2015 su Pharmazie ha prodotto i primi risultati sperimentali a riguardo, che sembrano confermare le potenzialità di eleuterococco contro i sintomi da post-sbornia.
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Il coenzima Q10, o ubidecarenone, appartiene al gruppo degli ubichinoni, molecole liposolubili implicate nella produzione di energia a livello cellulare, in particolare nei mitocondri (le “centrali energetiche” della cellula).
Gli ubichinoni sono presenti nella maggior parte degli organismi che necessitano di ossigeno per vivere: dai batteri alle piante, agli animali e all'uomo.
Ma cerchiamo di capire il cosa si cela dietro questo nome alfanumerico: “coenzima” sta a significare una sostanza che aiuta o partecipa ad una reazione sostenuta da un enzima (una proteina) all’interno delle nostre cellule. I coenzimi Q sono quindi delle molecole che aiutano il trasporto di elettroni e la relativa produzione di energia nei mitocondri. Il “10” indica il numero di unità isoprene (formate da 5 atomi di carbonio) presenti nella struttura della molecola. Tuttavia si può alternativamente decidere di indicare anche il numero di atomi di carbonio: ecco che “Coenzima Q10” e “Coenzima Q(50)” indicano, in realtà, la stessa molecola.
L'ubidecarenone è considerato un antiossidante e stabilizzante di membrana cellulare, preservando la cellula da insulti ossidanti. Il coenzima è particolarmente abbondante nelle cellule miocardiche e una sua carenza determina un deterioramento dei processi energetici e viene spesso associato a patologie cardiovascolari.
Il CoQ10 viene sintetizzato nelle cellule dell'oganismo con meccanismi comuni a quelli con cui viene sintetizzato il colesterolo. Ecco perchè si tende a consigliarlo ai soggetti in trattamento con le statine. Questi principi attivi, infatti, riducendo la sintesi di colesterolo endogeno, contestualmente riducono anche la sintesi di coenzima Q10. Ma, benché a livello teorico si possa immaginare un’utilità nella supplementazione di coenzima Q10 in caso di concomitante assunzione di statine per limitarne gli effetti collaterali a livello muscolare (miolisi), mancano purtroppo dati scientifici definitivi circa l’effettiva utilità di tale integrazione.
Ben più convincenti sono gli studi quanto invece si intende somministrare il coenzima Q10 a pazienti affetti da patologie cardiache.
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