Anche i nostri amici animali possono soffrire di ipertensione e una delle più comuni classi di molecole utilizzate per trattare queste condizioni sono gli alpha-bloccanti.
La fenossibenzamina va oltre questa singola finalità d’uso.
Infatti, trova impiego nella stabilizzazione pre-operatoria del feocromocitoma o nel trattamento della ritenzione urinaria, specie se questa conduce all’ipertensione.
La fenossibenzamina è un potente alpha-bloccante la cui azione si manifesta lentamente, ma si prolunga nel tempo. Con effetti che si ripercuotono anche in altri sistemi fisiologici, quali l'adrenergico.
Herrera ha dimostrato ancora nel 2007 l’efficacia del trattamento con fenossibenzamina in cani operati di adrenalectomia per il feocromocitoma, per ridurne la mortalità perioperatoria.
I cani sono stati trattati per 20 giorni prima dell’intervento con una dose media di 0.6 mg/kg ogni 12 ore di fenossibenzamina. Il trattamento ha permesso di triplicare la sopravvivenza dei cani: risultato tanto più evidente quanto più il cane era giovane e senza complicanze cardiovascolari pregresse.
Passando all’apparato urinario, questo principio attivo può avere un ruolo anche quando lo svuotamento della vescica viene alterato a seguito di lesioni neurologiche.
Il management della ritenzione urinaria prevede varie tecniche per indurre lo svuotamento vescicale: dalla compressione manuale della vescica, al cateterismo intermittente o permanente fino ad arrivare a farmaci che incrementino la contrattilità del muscolo detrusore o che riducano il tono del muscolo uretrale liscio o striato.
Quale che sia il trattamento, è cruciale indurre lo svuotamento vescicale al fine di ridurre la pressione intravescicale e preservare così la funzionalità del tratto urinario ed evitare danni renali irreversibili.
In quest’ambito si è osservato come la Fenossibenzamina. sia in grado di ridurre il tono dello sfintere uretrale liscio, favorendo la corretta minzione.
Nello studio di Fischer, sia la pressione massima uretrale che la massima chiusura uretrale calano significativamente a seguito della somministrazione del farmaco nei cani. E, in questo studio, gli effetti sul sistema urinario si sono dimostrasti persino maggiori rispetto a quelli su pressione e frequenza cardiaca (che variano in modo non significativo).
Potenziali effetti collaterali che si possono manifestare anche in campo veterinario sono: ipotensione ortostatica (soprattutto dopo esercizio fisico, pasti abbondanti), tachicardia riflessa, vertigine, miosi, xerostomia, sedazione, letargia.
Luca Guizzon
Fonti:
Medicamenta
J Vet Intern Med. 2008 Nov-Dec;22(6):1333-9. Predictive factors and the effect of phenoxybenzamine on outcome in dogs undergoing adrenalectomy for pheochromocytoma. Herrera MA, Mehl ML, Kass PH, Pascoe PJ, Feldman EC, Nelson RW.
Can J Vet Res. 2003 Jan;67(1):30-8. Urethral pressure profile and hemodynamic effects of phenoxybenzamine and prazosin in non-sedated male beagle dogs. Fischer JR, Lane IF, Cribb AE.
J Am Vet Med Assoc. 1982 Apr 1;180(7):758-62. Phenoxybenzamine for the treatment of severe nonresponsive diarrhea in the horse. Hood DM, Stephens KA, Bowen MJ.