Il Toceranib (principio attivo contenuto nel Palladia Zoetis) è un farmaco che inibisce I recettori della tirosina chinasi.
Questa sua azione lo rende utile per il trattamento del mastocitoma canino. Non solo, è l’unica molecola specifica per il trattamento di tumori ai cani approvata dall’FDA (l’ente regolatorio degli USA riguardo i medicinali).
Il suo effetto si estende anche ad azioni anti-angiogenetiche.
Tra i molti studi a sostegno dell’attività del Palladia (toceranib), riportiamo un recente studio del 2018 nel quale sono stati trattati 5 cani affetti da tumore inoperabile metastatico o ricorrente.
Il trattamento con toceranib ha bloccato la progessione tumorale per un massimo di 61 settimane, con una stabilizzazione delle metastasi fino a 18 settimane.
La dose iniziale è pari a 3.25mg/kg di principio attivo a giorni alterni o secondo l'indicazione . Il mantenimento può poi vedere una variazione di dosaggio per ridurre gli effetti collaterali.
Le capsule possono essere somministrate con il cibo o a stomaco vuoto, non devono essere aperte e il proprietario che le maneggia è bene che utilizzi guanti o si lavi bene le mani dopo l’utilizzo. Osservare attentamente il cane dopo la somministrazione per assicurarsi che ciascuna compressa venga inghiottita.
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Uncaria tomentosa è il nome scientifico di una pianta rampicante (liana) originale della foresta peruviana, che viene comunemente chiamata “Unghia di gatto” dalle popolazioni indigene.
Il nome deriva dalle spine a forma di “unghia di gatto” o uncino che la pianta utilizza per aggrapparsi e risalire gli alberi alla ricerca della luce per potersi sviluppare.
La droga della pianta è composta dalla corteccia del fusto ed dalle radici prima della fioritura: particolare cruciale in questo caso è proprio il periodo di raccolta (o tempo balsamico) poiché si altera il rapporto tra alcaloidi pentaciclici e tetraciclici contenuti nella pianta.
Infatti, se si vuole sfruttarne l’effetto immunostimolante ed immunomodulante è bene privilegiare un estratto ricco di alcaloidi pentaciclici e povero di tetraciclici: i tetraciclici sono composti a prevalente effetto ipotensivo che, però, possono antagonizzare l’effetto immunostimolante proprio degli alcaloidi pentaciclici.
Questi ultimi esercitano un interessante immunostimolazione aumentando la conta di linfociti B e T e stimolando la fagocitosi e la produzione di citochine. I pentaciclici, assieme ai derivati fitosterolici presenti nella pianta, esercitano anche azione antiinfiammatoria, inibendo il fattore trascrizionale Nf-kappaB ed la produzione di mediatori pro-infiammatori come l’ossido nitrico.
La pianta, inoltre, possiede effetto antivirale riducendo l’azione della DNA polimerasi e della trscrittasi inversa virale: due delle strategie che utilizzano i virus per replicarsi all’interno della cellula infettata.
L’attività antivirale è stata confermata dall’equipe di Caon nel 2014, studiando gli effetti dell’uncaria in vitro contro l’herpes virus. Gli studiosi hanno osservato come non siano le frazioni purificate di glicosidi quinovici o di alcalodii ossindolici i protagonisti dell’azione antivirale, ma è il fitocomplesso totale della pianta il solo in grado di imperidre la replicazione virale.
Nel 2013 la pianta era stata già utilizzata per combattere la febbre dengue. Questa patologia, sostenuta da Arbovirus risulta repicarsi nelle cellule epiteliali. Proprio queste cellule, infettata in laboratorio con il virus DENV-2, sono state trattate con la frazione alcalodie dell’uncaria. Si è registrato come la pianta sia in grado di ridurre la permeabilità cellulare al virus, con aumento di interleuchine che bloccano il passaggio del virus da cellula a cellula.
L’attività antimicrobica è stata studiata, invece, in vivo su pazienti con infezioni alla dentina sostenute da Enterococcus faecalis in confronto ad un gel di clorexidina con risultati confrontabili dopo 7 giorni di trattamento.
Il princiaple alacloide dell’uncaria, la mitrafillina è stata testate in vivo su un modello di infiammazione, riducendo del 50% il rilascio di interleuchine proinfiammatorie con effetto simile al desametasone, con l’aggiunta che, a differenza del corticosteroide, è in grado di inibire anche IL-4.
Dagli studi promettenti su animali da laboratorio si è quindi passati ai casi clinici. Somministrando l’estratto di uncaira a pazienti affetti da artrite reumatoirdee in trattmaneto con idrossiclorochina o sulfasalazine per 24 settimane si è registrato una riduzinoe del 50% nel dolore e rigidità aritcolare rispetto al trattamneto con solo molecule di sintesi.
Infine, per completare l’effetto antiinfiammatorio, si è studiato l’osteoartite del ginocchio.
Tutti I parametri dolorifici associati ad eservizi ed alla valtuazione clincica sis ono ridotti dopo il trattamento con uncaria. L’effetto antiossidante ed antifiammatorioha interessato la riguzione di prostaglandine e TNF-alpha, con benefici che sis ono osservati sin dalla prima settimana di trattmento, e con un concomitante effetto anti-edemigeno che aha confotto ad una riduzione della circonferenza del ginochcio.
Viste le sue proprietà immunostimolanti non si adoperi in concomitante trattamento con farmaci immunosoprpessori, né a dosi elevate, poiché i prinicipi amari contenuti nell’estratto possono provocare nausea nel paziente.
Luca Guizzon
Fonti:
G Ital Dermatol Venereol. 2017 Dec;152(6):651-657. doi: 10.23736/S0392-0488.17.05712-1. Uncaria tomentosa. Della Valle
Braz Oral Res. 2016;30(1):e61. Antimicrobial activity and substantivity of Uncaria tomentosa in infected root canal dentin. Herrera DR1, Durand-Ramirez JE1, Falcão A1, Silva EJ2, Santos EB3, Gomes BP1.
Food Chem Toxicol. 2014 Apr;66:30-5. Antimutagenic and antiherpetic activities of different preparations from Uncaria tomentosa (cat's claw). Caon T1, Kaiser S2, Feltrin C1, de Carvalho A1, Sincero TC3, Ortega GG2, Simões CM4.
J Ethnopharmacol. 2012 Oct 11;143(3):801-4. Anti-inflammatory activity of Mitraphylline isolated from Uncaria tomentosa bark. Rojas-Duran R1, González-Aspajo G, Ruiz-Martel C, Bourdy G, Doroteo-Ortega VH, Alban-Castillo J, Robert G, Auberger P, Deharo E.
Nat Prod Commun. 2013 Nov;8(11):1547-50. Uncaria tomentosa alkaloidal fraction reduces paracellular permeability, IL-8 and NS1 production on human microvascular endothelial cells infected with dengue virus. Lima-Junior RS1, Mello Cda S2, Siani AC3, Valente LM4, Kubelka CF2.
Complement Ther Clin Pract. 2007 Feb;13(1):25-8. Epub 2006 Dec 13. Cat's claw: an Amazonian vine decreases inflammation in osteoarthritis. Hardin SR1.
J Rheumatol. 2002 Apr;29(4):678-81. Randomized double blind trial of an extract from the pentacyclic alkaloid-chemotype of uncaria tomentosa for the treatment of rheumatoid arthritis. Mur E1, Hartig F, Eibl G, Schirmer M.
Inflamm Res. 2001 Sep;50(9):442-8. Efficacy and safety of freeze-dried cat's claw in osteoarthritis of the knee: mechanisms of action of the species Uncaria guianensis. Piscoya J1, Rodriguez Z, Bustamante SA, Okuhama NN, Miller MJ, Sandoval M.
Il 5-Fluorouracile è un farmaco che viene applicato localmente per trattare cheratosi cutenee, epiteliomi baso-cellulari e psoriasi grave.
Analogo della pirimidina, è un farmaco antineoplastico che esplica la sua azione inibendo la timidilato chinasi e bloccando conseguentemente la sintesi dell'acido nucleico. Il fluorouracile è inattivo come tale; nell'organismo deve subire dei processi enzimatici di attivazione per poi andare ad impedire la sintesi di DNA e quindi l'ingrandimento delle zone cheratosiche.
Il 5-Fluouracile può essere utilizzato icome unguento, crema o soluzione glicolica. Importante è valutare la stabilità della soluzione o della crema con farmaci di natura acida o alcalina.
Il procedimento, di realizzazione nel laboratorio galenico della farmacia, non si discosta molto da quello classico utilizzato per realizzare la vaselina salicilica. Perchè qiundi è complicato trovare una farmacia che possa allestirlo?
La complicazione sta nella natura stessa del 5-fluorouracile.
È un agente potenzialmente mutageno e teratogeno: per questo necessita di ambienti dedicati per garantire la sicurezza dell’operatore: e qui sta la “complicazione” della preparazione.
Può essere, infatti, maneggiato solamente o in cappe glove-box con filtro HEPA assoluto o, meglio ancora, in un locale dedicato dotato di flusso in depressione con filtro HEPA e cappa chimica con flusso anch’esso in depressione. A tutela della salute dell’operatore, si utilizza mascherina con filtro FP3, occhiali protettivi e indumenti usa e getta che sono poi smaltiti come rifiuto citotossico.
Infatti, il 5-fluorouracile non deve entrare in contatto con le mucose o con gli occhi pena l’assorbimento dello stesso e fenomeni di irritazione (con conseguente rischio di effetti mutageni).
A tal proposito, gli strumenti utilizzati, quando non usa e getta, è opportuno che siano dedicati alla sola lavorazione degli agenti citotossici per evitare di contaminare altre preparazioni.
Anche se esclusivamente dedicati, la pulizia degli strumenti deve avvenire con solventi di natura diversa al fine di eliminare ogni traccia di sostanza citotossica.
Per evitare inquinamento ambientale, l’acqua di lavaggio si raccoglie in apposito contenitore per poi venire eliminata come rifiuto citotossico.
Se applichiamo queste attenzioni, possiamo realizzare un medicinale orfano molto efficace ed importante, in grado non solo di ridurre le cheratosi attiniche, ma anche di prevenirne la ricomparsa fino a 2 anni dopo il trattamento.
Il trattamento con questi preparati diminuisce l’attività della proteina p53 e i livelli di procollagene I a livello cutaneo, rendendolo interessante anche per risolvere ispessimenti ed iperpigmentazioni cutanee derivate da danni solari.
Importante è ricordare ai pazienti di applicare l’unguento o la crema utilizzando dei guanti e quindi evitare che il principio attivo entri in contatto con zone sane di cute.
Nel caso ciò succedesse, oltre ai rischi mutageni che comporta l’assorbimento, può svilupparsi eritema, erosioni e dolore e fotosenbilizzazione locale.
Il bendaggio occlusivo e le radiazioni ultraviolette possono aggravare l’irritazione creata dall’applicazione del farmaco.
Luca Guizzon
Fonti
JAMA Dermatol. 2015 Sep;151(9):952-60. doi: 10.1001/jamadermatol.2015.0502.
Long-term Efficacy of Topical Fluorouracil Cream, 5%, for Treating Actinic Keratosis: A Randomized Clinical Trial.
Pomerantz H1, Hogan D2, Eilers D3, Swetter SM4, Chen SC5, Jacob SE6, Warshaw EM7, Stricklin G8, Dellavalle RP9, Sidhu-Malik N10, Konnikov N11, Werth VP12, Keri J13, Lew R14, Weinstock MA15; Veterans Affairs Keratinocyte Carcinoma Chemoprevention (VAKCC) Trial Group.
Dermatol Surg. 2014 Jun;40(6):610-7. doi: 10.1111/dsu.0000000000000024.
Five percent 5-fluorouracil in a cream or for superficial peels in the treatment of advanced photoaging of the forearms: a randomized comparative study.
Guimarães CO1, Miot HA, Bagatin E.
J Cutan Med Surg. 2014 Jul-Aug;18(4):229-35.
Measuring the severity of topical 5-fluorouracil toxicity.
Korgavkar K, Firoz EF, Xiong M, Lew R, Marcolivio K, Burnside N, Dyer R, Weinstock MA; VAKCC Trial Group
Riportiamo su gentile concessione dell'autore, dr. Francesco Sivelli, articolo di Fitoterapia33
link: http://www.fitoterapia33.it/comm/news.asp?a=covid-19-allo-studio-erbe-cinesi-ed-occidentali-news&n=54327
Dall'insorgenza dell'infezione numerose si sono susseguite le revisioni sistematiche e le metanalisi (1) (2) (3) (4) (5) (6) volte a saggiare i dati circa l'efficacia di formule a base di piante medicinali in grado di contrastare il Sars-Cov-2. La Mtc ha fornito un ampio contributo per la prevenzione, il trattamento e la fase di convalescenza della malattia.
Con il passare dei mesi si sono via via accumulate indicazioni di efficacia: il più recente lavoro (Zhang 2020) ha mostrato che le diverse fasi di malattia possano essere trattate con preparazioni diverse in grado di modificare in senso positivo il suo decorso. Per quanto riguarda i pazienti sospetti e con attività di malattia lieve, ad esempio, piante raccomandate erano Lonicera, Forsythia e Glycyrrhiza. Diversamente in pazienti critici la formula Xiyanping è stata reputata efficace a ragione della presenza di andrografolide solfonato, la cui valenza risulta già ampiamente dimostrata in numerosi studi per i suoi effetti antipiretici e antinfiammatori nel trattamento di varie malattie infettive. Ricordiamo poi un'altra formula Xuebijing (7) in grado di migliorare la prognosi nelle fasi avanzate con riduzione dei principali markers infiammatori: Salvia miltiorrhiza (acido salvianolico A), Carthamus tinctorius (Safflomin A), Peonia rubra, Angelica sinensis sono alcuni dei componenti.
Esistono anche indicazioni su estratti di piante, già facenti parte di formule complesse, che singolarmente studiate hanno dimostrato da anni efficacia contro infezioni virali e batteriche (8). Potrebbero razionalmente essere impiegate per mantenere un'adeguata efficienza del sistema immunitario in prevenzione o nei pazienti paucisintomatici: Echinacea (9), Astragalo (10), Sambuco (11), Pelargonio (12).
Dr. Francesco Sivelli
Fonti
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'Zhang D. et al. The clinical benefits of Chinese patent medicines against COVID-19 based on current evidence. Pharmacol Res. 2020 Jul;157:104882. Doi: 10.1016/j.phrs.2020.104882.
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'Porter RS et al. A Review of the Antiviral Properties of Black Elder (Sambucus nigra L.) Products. Phytother Res. 2017 Apr;31(4):533-554. Doi: 10.1002/ptr.5782. Epub 2017 Feb 15.
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Francesco Sivelli
Cerfit, Aou Careggi, Università di Firenze