La riboflavina, una vitamina del complesso B, non ha azioni farmacologiche specifiche, bensì funzioni fisiologiche assolutamente di rilievo.
La riboflavina non agisce come tale ma sotto forma di due coenzimi. Il fabbisogno di riboflavina è correlato all'assunzione di carboidrati e aumenta durante la gravidanza, l'allattamento e in concomitanza dell'impiego di contraccettivi orali. Esso viene inoltre incrementato dalla somministrazione di farmaci quali le fenotiazine.
Le dosi raccomandate di riboflavina sono di 1,6 mg al giorno per un adulto giovane maschio e a 1,2 mg al giorno per le giovani donne.
Se i sintomi di una carenza di vitamina B2 sono molto rari e associabili ad altre ipovitaminosi (dermatite, anemia, etc) sembra sempre più significativo ed interessante l’utilizzo della riboflavina per la prevenzione dell’emicrania.
Uno studio tedesco ha valutato l’efficacia di una combinazione di riboflavina, coenzima Q10 e magnesio.
Dopo 3 mesi di trattamento si è osservata una riduzione nella durata giornaliera dell’emicrania, così come nell’intensità della stessa.
La riboflavina è comunque attiva anche da sola nella prevenzione dell’emicrania.
Dopo aver ricevuto per 1 mese 400mg di vitamina B2 al giorno, i pazienti americani possono ben dire di aver dimostrato l’efficacia preventiva della riboflavina.
Infatti, se è vero che non riduce intensità e lunghezza degli attacchi, è anche vero che è il numero degli stessi è significativamente diminuito (oltre a ridurre l’uso di farmaci per il trattamento dell’emicrania).
Proprio quello che si vuole da un farmaco preventivo, insomma: evitare la comparsa dei sintomi.
E se vi state chiedendo quale effetto collaterale può avere una dose dalle 250 alle 330 volte superiore a quelle raccomandate, è presto detto: un bel colore giallo paglierino dell’urina!
Luca Guizzon
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