Magnesio: dodicesimo elemento della tavola periodica di Mendeleev e per la verità non particolarmente resistente, anzi!
A contatto con l’aria, se in piccole lamelle, si infiamma autonomamente producendo una fiammata bianca (il “flash” delle macchine fotografiche del 1800, vedi foto).
Il magnesio è il secondo catione più abbondante nel nostro organismo a livello cellulare dopo il potassio: l’intero corpo umano ne contiene circa 25g.
Una dieta che preveda buone porzioni di vegetali verdi e noci ne garantisce un ottima assimilazione. I vegetali verdi, in particolare, sono ricchi di magnesio grazie al loro contenuto di clorofilla, un pigmento naturale al cui interno è presente il minerale.
Biologicamente, vi è una forte interconnessione tra calcio e magnesio: in alcune reazioni (sintesi proteica e acidi nucleici) calcio e magnesio sono antagonisti (il magnesio li stimola, il calcio li inibisce), mentre in altre (produzione ATP, l’”Energia” delle cellule) cooperano.
La “resistenza” del magnesio quindi, non fa certo riferimento alla esistenza come minerale a sé stante. Piuttosto si può parlare di “resistenza” delle ossa. Infatti, è stato osservato che donne con una dieta ricca di magnesio avevano un’aumentata densità ossea. Questo perché il magnesio riesce ad influenzare il metabolismo osseo incrementandone la sintesi e riducendo l’osteopenia.
Ma il magnesio può avere effetti anche nella “resistenza” periferica dei vasi sanguinei, riducendo la pressione sanguinea.
La supplementazione di magnesio, infatti, riesce a ridurre la pressione sanguinea di 12 mmHg; questo effetto si è correlato anche ad un aumento della performance negli esercizi di resistenza.
Se l’atleta effettuava un intenso esercizio (40 km di corsa) seguito da sollevamenti alla panca all’80% del massimale fino all’esaurimento dell’atleta, con la somministrazione di 300mg/die di magnesio per 1 settimana prima della prova, l’atleta stesso migliorava la sua performance fisica (soprattutto per il sollevamento alla panca).
La supplementazione di magnesio sembra non dare effetto cumulativo e migliorare solo leggermente le performance effettuate il giorno successivo al test.
E sempre di “sport di resistenza” possiamo parlare per descrivere le proprietà del magnesio. E quale “resistenza” più piacevole se non quella dei nove mesi di gravidanza?
I ricercatori hanno valutato gli effetti dell’integrazione di magnesio rispetto lo stato metabolico e l’esito della gravidanza in mamme affette da diabete gestazionale.
Le pazienti hanno ricevuto 250mg al giorno di ossido di magnesio o placebo per 6 settimane. I cambiamenti nella concentrazione di magnesio a livello sierico sono maggiori nelle donne trattate con magnesio rispetto al placebo. Tuttavia, i cambiamenti più significativi sono nel picco glicemico, nella concentrazione insulinica e nell’omeostasi degli zuccheri, che sono significativamente migliorati nelle donne che assumono magnesio. Le stesse modificazioni favorevoli si sono registrate anche nel comparto lipidico con una riduzione dei trigliceridi ed della proteina C reattiva.
Anche gli effetti sul nascituro sono importanti: con la riduzione dell’ospedalizzazione e della iperbiluriremia.
Altra “prova di resistenza” per il paziente è il mal di testa, specialmente se di tipo emicranico.
Il magnesio è spesso utilizzato nella profilassi di questo disturbo e lo studio di Talslioglu e Koseoglu ha valutato l’efficacia della somministrazione giornaliera di 600mg di magnesio citrato al giorno, dopo 3 mesi di trattamento. La frequenza degli attacchi emicranici e la loro gravità sono calati con la supplementazione di magnesio, sia rispetto al periodo pre-trattamento, sia nei confronti del placebo. Il flusso di sangue corticale è significativamente aumentato nel trattamento con magnesio.
Alla luce di questi risultati gli studiosi consigliano l’utilizzo del magnesio come profilassi dell’emicrania senza aura, con effetti che possono presentarsi sia a livello vascolare che neuronale.
Ma quale sale di magnesio è bene utilizzare per massimizzarne gli effetti, tra tutti quelli in commercio?
I dati in letteratura sulla biodisponibiltà delle varie forme di magnesio danno poche informazioni circa il miglior sale di magnesio da utilizzare. Coudray e Rambeau hanno valutato la biodisponibilità di 10 diversi Sali di magnesio. Lo studio, condotto su topi, prevedeva la somministrazione di 500mg/kg di magnesio elementare (Mg++) nelle forme di: ossido, cloridrato, solfato, carbonato, acetato, pidolato, citrato, gluconato, lattato o aspartato.
L’assorbimento del magnesio varia dal 50 al 67% a seconda del sale utilizzato. I sali organici (gluconato, lattato, acetato, pidolato e citrato) si sono dimostrati molto più biodisponibili dei sali inorganici. In particolare, su tutti spicca il magnesio gluconato. Il magnesio assunto come sale organico, inoltre, possiede un’emivita più lunga rispetto ai Sali organici che vengono precocemente escreti per via urinaria.
Come dire: con il “sale” giusto, il magnesio è resistente a lungo nel nostro corpo!
Luca Guizzon
Fonti: