L’acne è il risultato di un’alterazione del processo di chertinizzazione, ovvero del processo con cui si forma lo strato più superficiale della nostra pelle. In particolare, viene colpita la ghiandola sebacea, nella quale si verifica prima un’ostruzione e quindi la formazione del comedone.
Questo accumulo di sebo, stimola grandemente la crescita batterica, fino alla formazione del famoso” brufolo”.
La terapia, almeno nelle prime fasi, può essere topica e numerosi studi hanno valutato l’efficacia di diverse combinazioni di principi attivi con proprietà battericide/batteriostatiche e migliorative dello strato cutaneo.
Consideriamo a titolo esemplificativo tre principi attivi: la clindamincia, il benzoil perossido e la tretinoina.
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“Grrr” potrebbe essere uno dei suoni che più spesso riempirà la giornata del paziente nux vomica.
Fortemente irritabile, litigioso e impaziente, il paziente nux vomica sarà colpito spesso da disturbi allo stomaco. Competitivo, ambizioso e preciso, maniaco del lavoro in cui riesce bene: non ha paura di dire la sua davanti a nessuno e la dice in modo tale da non poter essere frainteso!
Tutti i sintomi di Nux si possono attribuire ad un sovraeccitamento del sistema nervoso; condizione che il paziente in realtà ricerca, poiché sarà amante di alcool, e stimolanti (caffè, sigarette).
I disturbi a livello gastrico si presentano sia come vere e proprie forme patologiche, quali gastriti o ulcere, sia come disturbi più lievi ma non per questo meno fastidiosi (indigestioni, sensazione di pietra sullo stomaco).
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Può essere una cattiva notizia per gli amanti delle diete ferree. Per tutti gli altri, invece, arriva l’attesa scusa per mangiare cioccolata di tanto in tanto, e al bando i sensi di colpa.
Attenzione però, non è tutta la barretta ad essere un toccasana, bensì solo la sua componente di flavoinoidi: delle importanti sostanze che si confermano sempre più come fondamentali per la salute, in particolare per quanto riguarda il miglioramento delle proprietà cognitive durante la terza età.
Eccolo dunque lo studio del 2015, condotto dalla American Society for Nutrition: lo scopo era di valutare l’effetto del consumo di flavonoidi sulle capacità cognitive in pazienti anziani, ma sani. A novanta individui anziani, senza evidenze cliniche di disfunzione cognitiva, sono state somministrate diverse dosi di flavoinoidi, ogni giorno per 8 settimane. Un gruppo ha assunto una bevanda contenente 993 mg del principio attivo, un secondo gruppo 520 mg e i rimanenti soltanto 48 mg.
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I funghi non sono solo i porcini, i finferli ed altre prelibatezze con cui ci deliziamo il palato in autunno, ma possono anche essere dei fastidiosi parassiti che causano dermatiti nei cani e nei gatti.
La perdita di pelo nei nostri amici a quattro zampe, può infatti essere causata dall’attività di alcuni ceppi fungini che infettano la cute. Uno dei principi attivi più utilizzati per risolvere il problema è l’itraconazolo.
L’itraconazolo è una molecola di derivazione triazolica, la cui attività antifungina si manifesta inibendo la crescita del fungo per “aumento della permeabilità di membrana” (in pratica: fa sì che la cellula si gonfi fino a scoppiare).
Il principio attivo può contrastare la crescita fungina anche inibendo il citocromo P450 fungino. Il blocco di questo enzima, arresta la sintesi dell’ergosterolo, componente principale della membrana cellulare dei funghi. Impedendo la sintesi di questo composto, la somministrazione di itraconazolo porta alla rottura delle membrane intracellulari, alla formazione di membrane cellulari difettose e all’accumulo di precursori lipidici di membrana. In particolare, poi, volendo trattare delle dermatiti, è importante notare come l’itraconazolo venga accumulato in tracce a livello cutaneo fino a 4 settimane dopo l’interruzione della terapia.
E spiegata così, sembra che non ci siano problemi nell’assumere un antifungino...
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