Delle potenzialità dell’unguento a base di 5-fluorouracile, avevamo già parlato in un precedente articolo, sottolineando come gli effetti di questo analogo di un componente del DNA fosse in grado di mantenere il risultato terapeutico nei confronti delle cheratosi attiniche per oltre 2 anni. (QUI L’ARTICOLO).
Le potenzialità di questo farmaco, che viene convertito nella forma attiva solo all’interno della cellula bersaglio, non si limita solo alle cheratosi, ma viene prescritto anche per trattare anche alcune forme di carcinoma cutaneo.
A tal proposito, l’equipè brasiliana di Antonio e Tridico l’ha voluto provare per trattare un caso di eritroplasia di Queyrat.
Questa patologia è un carcinoma a cellule squamose che colpisce principalmente glande e prepuzio a livello dell’epitelio muco-cutaneo. Il nome deriva dal dottor Queyrat che nel 1911 studiò approfonditamente questa patologia.
Il case-report che gli studiosi brasiliani hanno riportato in letteratura fa riferimento ad un giovane uomo con lesioni estese per oltre il 50% della superficie del glande aggravate da sanguinamento e dolore locale. La soluzione proposta per il paziente è stata la penectomia, ma prima di arrivare a tal punto i dottori hanno voluto provare un’alternativa meno invasiva. Alternativa che è stata individuata nell’applicazione locale di 5-fluorouracile e che ha portato alla completa remissione della patologia.
Magari il soggetto può aver manifestato rash cutanei, iperpigmentazione o infiammazioni locali: effetti collaterali che si possono manifestare a seguito dell’utilizzo dell’unguento di 5-fluorouracile ma che sono sicuramente preferibili, a parità di effetto terapeutico, alla rimozione dell’organo in questione.
Tornando a parlare dell’efficacia del 5-fluorouracile nelle cheratosi solari, si è voluto valutarne l’efficacia nei confronti del peeling per trattare il “photoaging” causato dalla scorretta esposizione al sole.
Applicando la crema al 5% di 5-FU ogni giorno per 4 settimane si è osservata un miglioramento nell’aspetto della pelle, con un concomitante aumento di procollagene (proteina che conferisce sostegno ed elasticità alla pelle) e riduzione di fattori cellulari potenzialmente mutageni.
Sicuramente il 5-fluorouracile (5-FU) si può considerare un ottimo agente terapeutico per cheratosi e altre patologie cutanee.
La domanda che bisogna ora porsi è: oltre a ridurre i sintomi, riesce a migliorare anche la qualità della vita del paziente?
Infatti, è molto più interessante per il medico e, soprattutto, per il paziente che un trattamento terapeutico oltre a risolvere la patologia per cui è stato intrapreso, permettere lo svolgimento della normale vita di tutti i giorni alla persona trattata.
Per valutare questo aspetto, si sono recentemente applicate le scale Skindex e Skin Cancer Index (SCI) a dei pazienti con cheratosi in trattamento con 5-Fluorouracile.
Quasi 1000 persone hanno applicato sul volto una volta al giorno per un mese, una crema base o la stessa contenente il principio attivo.
Rispetto al placebo, la crema al 5-Fluorouracile ha ridotto il livello raggiunto nel Skindex e nel SCI riguardante l’aspetto sociale. Tale riduzione è dovuta agli effetti collaterali del principio attivo, quali irritazioni cutanee e fotosensibilizzazione.
Aspetti quindi noti e che il medico può fortunatamente prevedere ed ovviare perché il trattamento possa rappresentare una cura, e non un ulteriore problema.
Luca Guizzon
An Bras Dermatol. 2016 Sep-Oct;91(5 suppl 1):42-44. Erythroplasia of Queyrat treated with topical 5-fluorouracil. Antônio JR
Dermatol Surg. 2014 Jun;40(6):610-7. Five percent 5-fluorouracil in a cream or for superficial peels in the treatment of advanced photoaging of the forearms: a randomized comparative study.Guimarães CO
Clin Exp Dermatol. 2017 Jul;42(5):488-495. Validation and comparison of quality-of-life measures for topical 5-fluorouracil treatment: results from a randomized controlled trial." Pomerantz H, et al