Il DHEA, o deidroepiandrosterone, di cui abbiamo già parlato per i disturbi della menopausa (QUI), è un farmaco orfano utilizzato per la prevenzione della perdita di densità ossea in pazienti con lupus eritematoso sistemico, in trattamento con glucocorticoidi.
Il lupus eritematoso sistemico (LES, o semplicemente lupus) è una malattia cronica di natura autoimmune, che può colpire diversi organi e tessuti del corpo. Come accade in tutte le malattie autoimmuni, il sistema immunitario produce autoanticorpi che, invece di proteggere il corpo da virus, batteri e agenti estranei, aggrediscono cellule e componenti del corpo stesso, causando infiammazione e danno tissutale.
Il LES colpisce spesso il cuore, la pelle, i polmoni, l'endotelio vascolare, fegato, reni e il sistema nervoso; colpendo anche le articolazioni, il lupus viene riportato anche tra le malattie reumatiche. Il lupus eritematoso sistemico viene trattato generalmente con terapia immunosoppressiva.
Ma, uno degli effetti collaterali della terapia cortisonica è, purtroppo, la perdita di densità ossea.
Per dimostrare l’effetto preventivo sulla perdita di minerale osseo e la durata dell’effetto di un trattamento con DHEA in pazienti con lupus eritematoso sistemico (SLE) che ricevono glucocorticoidi in cronico, le pazienti hanno ricevuto 200mg al giorno di prasterone o placebo per 6 mesi.
Le donne in trattamento con DHEA hanno aumentato leggermente la densità ossea già dopo 6 mesi. L’aumento è divenuto più importante nel proseguo della terapia fino a raggiungere il massimo dopo 18 mesi, avvallando l'ipotesi che la supplementazione di deidroepiandrosterone possa offrire una buona protezione contro la perdita di osso in donne con SLE in trattamento con glucocorticoidi.
Oltre a ridurre gli effetti collaterali della terapia cortisonica, il DHEA (200mg/die) è in grado di ridurre alcuni sintomi del Lupus, quali, ad esempio le vampate di calore.
Le vampate sembrano correlate alla produzione di alcune molecole pr-infiammatorie, come le Interleuchine 10 (IL-10); tali molecole sono state ridotte dalla supplementazione con prasterone. Inoltre, più si sono ridotti i valori di interleuchine, tanto più si riducevano le vampate di calore.
In aggiunta alle terapia convenzionali, il DHEA è riuscito a produrre un miglioramento o una stablizzazione dei sintomi complessivi del Lupus, senza un deterioramento clinico. Il gruppo trattato con il prasterone ha visto ridotte stomatiti e mialgia, oltre a colesterolo e trigliceridi. Gli effetti collaterali registrati sono stati una leggera acne e la crescita dei peli corporei, ma con intensità tale da non impedire il proseguimento della cura.
Ma il target di ogni trattamento è, in ultima analisi, il miglioramento della qualità della vita del paziente.
Nel trattamento del Lupus, le donne ricevono giornalmente dosi anche superiori ai 5mg di prednisolone. A queste pazienti è stata aggiunta una dose di DHEA tra i 20 e i 30mg.
Dopo 6 mesi di trattamento, i livelli di DHEAS sierico sono passati da subnormale a normale, a questo si è correlato un miglioramento significativo alla voce “benessere psicologico”.
Il trattamento con DHEA ha ridotto l’HDL ed ha innalzato ematocrito e insulin-like growth factor I (IGF-I). Non ci sono stati effetti avversi significativi, ma a queste dosi non si è visto un miglioramento della densità ossea (che è compromessa, come già detto, dal trattamento glucocorticoide).
Gli effetti del “benessere psicologico” si esplicano in miglioramenti riguardo lo stress, la qualità della vita generale e la sessualità.
E noi che parlavamo di super-ormone... forse c’avevamo ragione!
Luca Guizzon
Fonti:
- "Dehydroepiandrosterone suppresses interleukin 10 synthesis in women with systemic lupus erythematosus." Chang DM, Chu SJ, Chen HC, Kuo SY, Lai JH, Ann Rheum Dis. 2004 Dec;63(12):1623-6. - "Effects of prasterone on disease activity and symptoms in women with active systemic lupus erythematosus." Petri MA, Schwartz KE, et al, Arthritis Rheum. 2004 Sep;50(9):2858-68.
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