Il bambù non è solo il cibo preferito del Panda.
Questo è quanto affermano studi clinici ed insigni medici antroposofi che da anni lo usano in terapia come supporto per tutte le patologie che interessano la colonna vertebrale.
Questa pianta riveste da sempre un ruolo principe nella medicina tradizionale asiatica, ed è molto presente anche nella vita quotidiana, tanto da entrare in alcuni detti come "del pranzo si può fare a meno, ma una casa di bambù si deve avere".
Sarà solo nel 1951 che questa pianta entra a far parte dei rimedi utilizzati nella terapia antroposofica. Il merito fu dei dottori Gisbert Husemann e Alexander Bruns, che presero in considerazione il bambù come possibile alleato per i disturbi alla spina dorsale, considerandolo come simbolo naturale di una sana colonna vertebrale.
Questa intuizione fu supportata anche dai lavori di medici omeopati che nel 1966 cnfermarono che le malattie della colonna vertebrale rappresentano il principale campo di applicazione di questo vegetale, completanto così i progressi dei medici antroposofi.
Nello specifico, il rimedio torna utile nel periodo di formazione ed accrescimento della colonna vertebrale, supportando l'inserimento dell'organizzazione del'io nell'eterico durante l'età scolastica del bambino, quando è più facile che compaiano distorsioni nell'accrescimento della colonna.
Accanto a questo il Silicio (minerale contenuto nel bambù in elevata percentuale), permette un deposito ottimale di Calcio nella matrice ossea: questo dettaglio è stato studiato per proporre l'utilizzo del rimedio anche in casi di osteoporosi, con risultati positivi.
Il Bambù è utile per la regolazione ormonale dell'ipofisi, specie in caso di mestruo irregolare e con dolori lombari, oltre che per le nevralgie che partono dalla schiena e limitano la capactà di movimento.
Cristina Guizzon