Parliamo sempre di intestino, e parlando di intestino come non considerare i “residenti” autorizzati.
Se è vero che i bifidobatti sono I primi batteri che riceviamo appena nati (circa il 95% della flora batterica nei primi mesi di vita), possono essere utili anche per ripristinare l’equilibrio intestinale in caso di colite ulcerosa.
Questa è la supposizione da cui sono partiti Tamaki e Nakase per sviluppare un protocollo di trattamento a base di bifidobatterium longum 536 (BB536) in pazienti con colite ulcerosa.
La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria intestinale che colpisce esclusivamente il colon.
Lo sviluppo della malattia può alternare fasi di quiescenza a fasi di ri-acutizzazione, a seguito di svariati fattori quali stress, alimentazione o agenti infettivi in quanto ha comunque alla base uno squilibrio del Sistema immunitario.
I sintomi che si manifestano con più facilità sono diarrea e dolore addominale, ma ci possono essere anche sanguinamento o difficoltà a defecare, perdita di peso e febbre.
I pazienti dello studio hanno ricevuto 2 capsule al giorno contenenti 3 miliardi di bifidobatteri o placebo per 8 settimane.
Il 63% del pazienti trattati con fermenti lattice hanno dimostrato una remissione clinica della colite ulcerosa, con una riduzione dei sintomi soggettivi ancora maggiore.
L’”immigrazione” di corretti ceppi batterici nel nostro intestino, sembra ancora una volta essere un toccasana per il ripristino della corretta attività intestinale.
Luca Guizzon
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