Posto che la forma di somministrazione più tipica dell’omeopatia sono i granuli zuccherini da sciogliere sotto la lingua...
Considerato che alla fine, tutti sanno di zucchero....
Ci è venuto un dubbio: ma non saranno tutti uguali, alla fine?
Per rispondere a questa domanda ci viene in soccorso la ricerca pubblicata da Klein e Wulf nel 2016.
Sebbene le ricerche scientifiche utilizzino quasi esclusivamente i preparati liquidi, sono i globuli omeopatici i più prescritti nella pratica clinica.
Il processo di diluizione e succussione è stato proposto come in grado di modificare le proprietà fisico-chimiche del solvente. Alcuni ricercatori hanno anche riportato che le dinamizzazioni di diversi materiali di partenza hanno differenze significative nella trasmissione di luce ultravioletta rispetto ai controlli e rispetto a differenti gradi di diluizione.
Ma se questo è stato dimostrato per i liquidi, che dire dei granuli?
Si sono analizzati i globuli di 6 rimedi: Aconitum napellus, Atropa belladonna, phosphorus, sulfur, Apis mellifica, quartz a 6 diluizioni differenti 6DH, 12DH, 30CH, 200CH, 200CF e 10,000CF. Come controllo si sono utilizzati i globuli “puri” e i globuli impregnati con il solo solvente.
Anche in questo caso si sono osservate differenze statisticamente rilevanti sia tra i diversi rimedi che tra le diverse diluizioni rispetto ai controlli e alle altre diluzioni e rimedi.
Ecco che le differenze che si ritrovano all’analisi ultravioletta delle dinamizzazioni liquide, sono mantenute anche dopo l’assorbimento su granulo zuccherino.
Luca Guizzon