La sindrome climaterica, o “sindrome menopausale”, colpisce le donne a seguito del calo di produzione di ormoni endogeni. La modifica dello stato ormonale colpisce vari sistemi fisiologici: dall’apparato circolatorio (vampate, palpitazioni) al sistema nervoso (alterazioni dell’umore, insonnia).
Altra conseguenza del calo ormonale è una riduzione della secrezione fisiologica a livello intimo, che si presenta con secchezza vaginale accompagnata da calo della libido e alterazione del pH con cambiamenti nella flora batterica simbiotica.
La terapia convenzionale tratta questa sindrome somministrando o per via locale o per via orale ormoni. Ma sono possibili anche altri trattamenti confermati dalla ricerca scientifica: dalla fitoterapia con soia e trifoglio rosso, agli ormoni bioidentici (in particolare il DHEA).
Per queste terapie, poiché comunque a base di ormoni (siano essi vegetali o meno), è indispensabile rivolgersi al proprio ginecologo.
Ma se si è litigato con il ginecologo....
Si potrebbe rivolgersi ad un medico omeopata, il quale può, anche basandosi su studi scientifici come quello prodotto da Nayak e Singh nel 2011, proporre un rimedio omeopatico. Tra i rimedi più interessanti a tal guisa gli autori hanno segnalato: sepia, lachesis, calcarea carbonica, lycopodium e sulphur.
Lo studio ha voluto valutare appunto l’efficacia dell’omeopatia sia sui sintomi generali della menopausa che sulla regolazione dei livelli ormonali. Le pazienti, trattate per un anno con un rimedio omeopatico individuale, hanno riportato una riduzione dei sintomi quali: vampate, sudorazioni notturne, ansia, palpitazioni, depressione, insonnia, etcetc.
Dal punto di vista strettamente ormonale, il trattamento omeopatico non ha modificato i livelli di FSH o di lipoproteine, ma ha ridotto i livelli di colesterolo e trigliceridi.
L’omeopatia, quindi, senza alterare il quadro ormonale, sembra riuscire a dare sollievo di molti sintomi... e forse aiutare chi la terapia ormonale non la può proprio fare!
Luca Guizzon
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