Che bello andare in montagna... ma se poi appare uno strapiombo?
Il “senso di vertigine” è una sensazione che facilmente viene provata quando ci troaviamo vicini a metri e metri di vuoto. E' una risposta fisiologica allo stato di paura-tensione che ci invita ad evitare di provare la resistenza delle nostre articolazioni compiendo un salto nel vuoto!
Non altrettanto fisiologico è quando questa sensazione di distorsione delle percezione viene provata durante tutta la giornata. I movimenti diventano insicuri, lo spazio non viene più percepito correttamente, così come il senso di equilibrio.
Il responsabile di questo malessere è un piccolo organo sensoriale: il labirinto. Questa struttura, situata nell’orecchio interno, è in grado di inviare informazzio al cervello riguardo alla nostra posizione nello spazio. Quando non “funziona” più come dovrebbe, l’equilibrio non è più ottimale, e può presentarsi la vertigine.
Per trattare la sintomatologia vertiginosa, normalmente si utilizzano o il gingko biloba o la betaistina.
Sia il rimedio fitoterapico che la molecola chimica hanno meccanismi d’azione simili:inducono vasodilatazione nelle arteriole precapillari del labirinto, aumentando il flusso microcircolatorio e di conseguenza riducendo la pressione endolinfatica che è una delle possibili cause del mal funzionamento del labirinto.
Sebbene non abbiano particolari effetti collarali, non tutti possono utilizzare questi rimedi: il gingko è controindicato in pazienti trattati con acido acetilsalicilico, la betaisitna può dare senso di nausea e disturbi gastrici).
Per dare una possibile alternativa a questi pazienti degli studiosi del gruppo di Weiser hanno confrontato l’efficacia di un trattamento omeopatico rispetto ai due rimedi.
Il rimedio omeopatico utilizzato era un complesso formato da Anamirta cocculus Conium maculatum, Ambra grisea e Petroleum rectificatum.
In entrambi i confronti, dopo 6 settimane di trattamento sia il farmaco che il complesso omeopatico hanno ridotto la frequenza, durata e intensità degli attacchi di vertigine.
Incuriositi, gli studiosi hanno voluto andare a fondo e capire se anche il rimedio omoepatico fosse in grado di aumentare la perfusinoe capillare nel labirinto. Dopo 12 settimane di trattamento, i pazienti trattati con l’omeopatia hanno registrato un aumento del numero di eritrociti sia nelle arteriole che nelle venule, migliorato la vasomotricità, con un contestuale calo nella densità del sangue. Anche l’ossigenazione del sangue è migliorata. Questi e altri cambiamenti nella microcircolazione sono quindi associabili agli effetti positivi sulla vertigine.
Forse avremo solo una vaga idea dell’esatto processo biochimico: ma gingko, omeopatia e chimica sembrano funzionare tutti imprevedibilmente bene nella vertigine.
Luca Guizzon
Fonti: