Iniziamo dunque la disfida tra le varie tipologie di estratto di Cannabis che il medico può prescrivere al paziente.
I primi due “contendenti” sono il decotto di cannabis (che il paziente da sempre realizza a domicilio) e l’oleolita di cannabis (che il paziente prima ritirava in farmacia come preparato galenico ma che dopo il decreto potrà/dovrà preparare a casa).
Descriviamo quindi i pro e contro del decotto:
Il decotto di Cannabis è una forma di estrazione tradizionale che veniva e viene tutt’ora utilizzata nei coffee shop olandesi con il nome di Cannabis tea.
Pro: Alla luce dell’utilizzo “popolare”, Hazelkamp (uno studioso olandese, guardacaso) e i suoi colleghi hanno deciso di valutare con uno studio scientifico pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Ethnopharmacology quali differenze vi possano essere nel contenuto di principi attivi del decotto facendo variare volume, temperatura e durata della decozione in acqua. Ebbene, tutte le variazioni possibili in volume di acqua utilizzato, temperatura, e durata della decozione (ovviamente entro un certo range) non variano il contenuto in principi attivi del decotto. L’assunzione di decotto per via orale consente non un picco di assorbimento, ma un effetto costante per circa 6-8 ore.
Se è vero che i principi attivi della cannabis, THC e CBD, sono lipofili e quindi scarsamente solubili in acqua, è anche vero che al posto dell’acqua (salvo intolleranze), o meglio assieme all’acqua, si può utilizzare del latte. Il latte è naturalmente un’emulsione: è formato quindi da una parte grassa (lipofila, che accoglie i cannabinoidi e i terpeni della cannabis) e una parte acquosa che solubilizza le componenti idrofile (flavonodi) garantendo quindi un’estrazione di tutti i principi attivi del fitocomplesso della Cannabis.
Se non bastasse l’estrazione, il residuo di infiorescenze che si depositano sul fondo (e che possono contenere ancora dei principi attivi) possono essere raccolte e assunte o direttamente o con un po’ di yogurt o miele, consentendo quindi al nostro apparato digerente di “estrarre” quello che il decotto ha lasciato in-estratto.
Contro: il decotto richiede del tempo per essere preparato (circa mezz’ora) e prevede l’assunzione di quasi un bicchiere di tisana calda. Questo può essere un problema quando il paziente ha difficoltà a deglutire o quando gli sono prescritte molte dosi durante la giornata e impegni lavorativi o altro sono di impedimento alla preparazione del decotto.
Olio di Cannabis:
L’oleolita di cannabis è una tecnica estrattiva popolare che viene utilizzata per esaurire i residui di infiorescenze.
Pro: l’olio consente l’assunzione di qualche goccia (la posologia media varia da 2 a 5) più volte al giorno sotto la lingua. La zona sublinguale è molto irrorata di vasi sanguinei e consente di raggiungere velocemente il picco plasmatico dei principi attivi, che poi si mantengono a livelli terapeutici per circa 6 ore. Con l’oleolita abbiamo quindi sia un effetto “acuto”, che un effetto “di fondo”. Se il paziente lo prepara a casa, il tempo di preparazione è di circa due-tre ore, ma una volta fatto, si assume facilmente e si conserva a lungo.
Contro: l’olio non viene citato in alcun lavoro scientifico validato della letteratura internazionale indicizzata (tradotto: se cercate su Pubmed, non trovate alcun articolo), inoltre vi è un problema di fondo: CHE olio?!
Hazelkamp e Romano in un articolo (non indicizzato però) hanno riportato due forme di estrazione: o solo in olio, o in acqua e olio. Nel loro articolo è presente anche un terzo metodo che prevede un pre-riscaldamento in forno per attivare i principi attivi e successivamente l’estrazione in olio. (Tuttavia questo metodo comporta la perdita quasi totale dei terpeni contenuti nella Cannabis che contribuiscono all’attività terapeutica). Quindi torniamo alla domanda: CHE olio di Cannabis?! Poiché le differenze tra le tecniche estrattive portano ad una differenza, anche sostanziale, di molecole con attività biologica tra gli “olii” risultanti.
In tutti questi casi vi è, infine, una filtrazione e il filtrato (che non si può assicurare sia privo di principi attivi al suo interno) viene quindi scartato.
In sintesi:
Decotto di cannabis: studi scientifici, completezza ed omogeneità di estrazione, tempi lunghi per la preparazione;
Olio di Cannabis: nessuno studio scientifico, parziale e variabile estrazione, velocità di assunzione;
Alla luce degli obiettivi con cui ci eravamo riproposti di “valutare” le forme di estrazione questo “round” ci sentiamo di aggiudicarlo a...
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Decotto di Cannabis!
Il prossimo incontro sarà tra Olio e Vaporizzatore! Stay tuned...
E Buon 2016!
Luca G