I beta-bloccanti sono prescritti di routine nella sindrome congenita del QT lungo (LQTS), e alcuni studi ne hanno valutato l'efficacia e i limiti.
La sindrome congenita del QT lungo (LQTS) è una cardiopatia ereditaria caratterizzata dal prolungamento dell'intervallo QT all'ECG basale e dal rischio elevato di aritmie che possono portare al decesso. I due sintomi principali della LQTS sono episodi sincopali che possono provocare l'arresto cardiaco e la morte cardiaca improvvisa e le anomalie elettrocardiografiche che comprendono il prolungamento dell'intervallo QT e le anomalie dell'onda.
Il nadololo è un beta-bloccante non selettivo che rallenta la frequenza e diminuisce la gittata cardiaca sia a riposo che sotto sforzo.
Dopo l'inizio della terapia, si è verificata una riduzione significativa del tasso di eventi cardiaci nei probandi durante i periodi abbinati di 5 anni.
Poiché la risposta è variabile tra i pazienti, uno piccolo studio francese ha valutato sistematicamente l'effetto del trattamento eseguendo un test da sforzo. In particolare, il nadololo è stato utilizzato durante il test da sforzo nei pazienti con LQTS al fine di proporre un approccio terapeutico più personalizzato.
Novantacinque pazienti sono stati inclusi nello studio e sono stati analizzati 337 stress test sotto nadololo. Non esisteva alcuna correlazione tra la dose e la percentuale della frequenza cardiaca massima prevista per l'età nei test da sforzo. Ventuno pazienti erano overresponder e 20 erano underresponder. Lo studio ha trovato una correlazione negativa tra la variazione della dose e la percentuale della variazione massima della frequenza cardiaca prevista per l'età.
L'analisi intraindividuale ha mostrato una relazione dose-risposta relativamente costante, consentendo un adattamento guidato della dose dopo il primo test da sforzo.
Può essere quindi interessante lo sviluppo di preparazioni galeniche con dosaggio personalizzato al fine di ottimizzare la risposta terapeutica.
Un esempio potrebbe essere portare in soluzione il nadololo per consentire la somministrazione dello stesso a chi ha problemi di deglutizione o ai bambini.
Benchè normalmente il nadololo sia solubile in alcool, nel nostro laboratorio riusciamo ad ottenere una soluzione SENZA alcool, e con la possibilità di aromatizzarla, dosarla e dolcificarla secondo le esigenze e preferenze del piccolo paziente.
Come avvertenze durante l'utilizzo, si consiglia di non interrompere o sospendere la terapia senza consulto medico, in quanto la sospensione improvvisa della terapia nei pazienti con angina pectoris e in quelli con coronaropatie può condurre ad un aumento della frequenza, della durata e della gravità degli attacchi di angina e, in alcuni casi, anche a infarto miocardico e aritmia ventricolare. Il nadololo può mascherare anche i sintomi di una ipoglicemia acuta e di questo devono essere avvertiti i pazienti in trattamento con ipoglicemizzanti.
il nadololo per essere prescritto ha bisogno di una ricetta non ripetibile redatta dal medico curante.
Luca Guizzon