La riboflavina, o vitamina B2, svolge un ruolo fondamentale in reazioni enzimatiche in quanto parte del FAD.
Non solo, sembra avere un ruolo anche nella profilassi dell’emicrania.
Assunta normalmente con la dieta, in quanto carne e latticini ne sono ricchi, tanto che inizialmente fu chiamata “lattoflavina”. Isolata per la prima volta nel 1927 ad opera di Paul Gyorgy, per decenni è stata prodotta per sintesi chimica. Attualmente si preferisce ricavarla da fermentazione di Bacillus subtilis: più economici e ecologici.
Stati carenziali, benchè rari, si manifestano soprattutto sulla pelle e sulla membrana mucosa, come spaccature e piaghe agli angoli della bocca, occhi affaticati, fotofobia, etc. Carenze protratte nel tempo, sono fattore di rischio per alcune forme tumorali. La riboflavina previene anche la perossidazione lipidica e danni da ischimia-riperfusione
Tra i vari effetti, quelli che ci preme evidenziare in questa sede sono i neuroprotettivi.
Si possono sfruttare come terapia complementare per molte patologie, quali morbo di Parkinson, sclerosi multipla ed emicrania. Nel SNC, è stato ipotizzato possa regolare la funzione mitocondriale, il metabolismo del ferro e la formazione della mielina.
Recenti studi hanno valutato gli effetti di trattamenti complementari per gli attacchi di emicrania.
Tra i vari studiati, oltre alla vitamina D, acido folico e magnesio o coenzima Q10, un ruolo importante sembra poter avere la vitamina B6 a dosaggi elevati (almeno 80mg).
Il trattamento con riboflavina sembra poter esser utile come profilassi dell’emicrania. Aspetto non da sottovalutare, se si pensa che il costo dell’emicrania è stimato in 78 miliardi di dollari (tra medicazione, assenza del lavoro, etc) per il sistema sanitario americano.
Una meta analisi ha rivelato come l’assunzione di riboflavina, molto ben tollerata, sembra essere efficace per ridurre la frequenza degli attacchi di emicrania.
I pochi effetti collaterali, anche a dosi elevate, possono essere spiegati dalla farmacologia di questa vitamina. Il sistema di assorbimento della riboflavina è saturabile (sembra che non superi i 25 mg) e pare esistere un limite massimo di accumulo di tale vitamina nell'organismo, si capisce come ci si possa aspettare di non avere effetti tossici anche a dosi molto elevate e per lunghi periodi.
Luca Guizzon
Fonti:
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