La lomustina è un antineoplastico dotato di proprietà alchilante. Questo farmaco sembra in grado di legarsi al DNA e all’RNA durante il ciclo di replicazione cellulare, inibendo la moltiplicazione delle cellule tumorali.
Inoltre, si è visto in grado di inibire alcuni enzimi legandosi ad alcuni aminoacidi e proteine.
La lomustina possiede elevata liposolubilità che ne favorisce il passaggio attraverso la barriera ematoencefalica e questo la rende utile per un’elevato numero di malignità.
La lomustina è indicata, da sola o in associazione, nel trattamento di gliomi maligni, adenocarcinomi del tratto gastrointestinale, linfomi Hodgkin e non-Hodgkin, carcinoma della mammella, melanoma maligno, ipernefromi, mieloma multiplo ed alcuni carcinomi spinocellulari sia in campo umano che veterinario.
Cannon e Borgatti hanno valutato un protocollo che prevede la combinazione di lomustina e doxorubicina per il trattamento del sarcoma istiocitico multiplo nel cane.
Gli istiocitomi, normalmente, sono delle neoformazioni benigne che si formano anche in cani giovani. Purtroppo, nei casi di istiocitomi multipli si deve intervenire con chirurgia o trattamenti farmacologici.
Alternando ogni due settimane i due principi attivi, gli studiosi hanno registrato un aumento dell’aspettativa di vita di 185 giorni (in media), con una risposta positiva nel 58% dei casi.
Nello studio di Maina e Colombo, su casi di istocitomi multipli, la terapia con lomustina è stata confrontata con terapie a base di ciclosporina e cortisonici. Con quest’ultimi principi attivi, gli studiosi hanno osservato un peggioramento delle lesioni, mentre la somministrazione per via orale di lomustina, una volta al mese, ha portato alla completa risoluzione.
Nel trattamento con questo principio attivo bisogna tenere sempre ben presenti i possibili effetti collaterali: la lomustina è un farmaco altamente tossico con un basso indice terapeutico.
Con farmaci aventi un tale ristretto range terapeutico, la risposta terapeutica non può manifestarsi senza la presenza di effetti tossici e per questo la lomustina deve essere usata solo sotto costante supervisione di personale sanitario esperto in chemioterapia.
Le condizioni ematologiche dell’animale devono essere controllate periodicamente e regolarmente in quanto sovradosaggi possono portare a mielodepressione o leucopenia o trombocitopenia
Luca Guizzon
Fonti: