La caratatta è il risultato dell’invecciamento accelerato dell’occhio, causato da stress ossidativo e disidratazione.
Lo stress ossidativo, nel caso di occhio con cataratta è dovuto principalmente alla presenza di ioni metallici (tre volte superiori rispetto all’occhio normale).
Se una sana dieta ed una corretta idratazione sono due delle strategie da perseguire per prevenire lo sviluppo di questa patologia, un’opzione che gli oculisti prendono in considerazione è l’utilizzo di colliri a base di EDTA per rallentarne la progressione o migliorare l’esito di un intervento.
L'acido etilendiamminotetraacetico (EDTA) è un acido carbossilico; in particolare è un acido tetracarbossilico dotato inoltre di due doppietti elettronici (donatori di Lewis) appartenenti all'azoto.
Queste caratteristiche fanno dell'anione etilendiamminotetraacetato un legante esadentato, in grado di chelare ioni metallici.
Le ricerche hanno determinato che gli ioni metallici giocano un ruolo centrale nella generazioni di specie reattive dell’ossigeno, che aumentano lo stress ossidativo e causano patologia come la cataratta.
Per ovviare a questo, si possono utilizzare dei chelanti degli ioni per prevenire la formazione della cataratta, ma questi faticano a penetrare nella membrana del cristallino.
Per questo motivo, si è studiata una formulazione in collirio utilizzando sia l’EDTA (come agente chelante) che l’MSN come enancher di permeabilità.
Lo studio, effettuato su topi a varie concentrazioni di EDTA e di MSN, ha dimostrato che tali composti penetrano nell’umore acqueo e nel cristallino, portando ad un significativo rallentamento nella formazione della cataratta.
Nell’uomo, il trattamento della cataratta con un collirio a base di EDTA è stato studiato per 36 mesi, al termine dei quali si è osservato un migliormaento dell’acuità visiva.
Tale trattamento si può utilizzare anche quando si presenta il rischio di ricaduta dopo l’intervento chirurgico.
Luca Guizzon
Foto: chirurgiarefrattiva
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