In sempre più integratori si può notare ultimamente l’aggiunta di una sostanza: la lattoferrina.
Il nome è un “assoluto” sforzo di fantasia da parte degli scopritori: infatti è una proteina che trasporta il ferro (<ferrina>) ed è stata scoperta per la prima volta nel latte bovino (<latto>).
Ad ogni modo, non è solo presente nelle secrezioni lattifere dei mammiferi, ma viene anche prodotta a livello endogeno e rilasciata dalle cellule immunocompetenti in caso di infiammazione.
La lattoferrina è in grado di svolgere numerose funzioni fisiologiche: prima fra tutte il trasporto del ferro nel sangue e il suo assorbimento nel lume intestinale.
Ma questo non spiegherebbe la sua presenza in molti integratori dedicati a stimolare le difese immunitarie in vista dei mesi freddi.
Sembra infatti che la lattoferrina sia in grado di esercitare azione antibatteriche, antivirali, immunostimolati, antifungine, antiinfiammatorie: insomma, tutto ciò che si potrebbe desiderare, e anche qualcosa in più, per gli stati influenzali.
Ma tutte queste abilità sono in ultima analisi riconducibili alla sua funzione “base”: legare il ferro.
Infatti, i batteri patogeni hanno estrema necessità di questo elemento per i loro processi di replicazione. Sottraendo il ferro, la lattoferrina rende più difficoltosa la moltiplicazione batterica e quindi facilita il compito ai globuli bianchi.
Molto interessante è anche il suo meccanismo d’azione immunomodulante. La lattoferrina riesce a stimolare la crescita dei linfociti T, legandosi a specifiche proteine che li differenziano volta per volta in globuli bianchi pro-infimmatori o anti-infiammatori.
Sulla base di questa attività, Saraceno e Bianchi hanno voluto verificare l’efficacia di 100mg giornalieri di lattoferrina, associati ad una crema al 10% o al 20% della stessa proteina, nel trattamento della psoriasi. Dopo 4 settimane, si è notato come l’effetto combinato del trattamento topico ed orale riuscirebbe a ridurre la placca psoriatica. Tuttavia, il solo trattamento in compresse o in crema sembra di scarsa utilità.
Dal latte gli studiosi hanno estratto anche un’altra proteina: XP-828L. Anche questa proteina è molto studiata (nonché brevettata) per il trattamento della psoriasi da media a moderata.
Assumendo 5g al giorno di questa proteina, per 56 giorni, i pazienti hanno registrato una netta riduzione dell’area psoriatica, così come della gravità della lesione.
E noi che ci meravigliamo di vedere servizi fotografici dove modelle si fanno il bagno nel latte... Se hanno la psoriasi devono pur curarsi in qualche modo,no?
Luca Guizzon
Fonti:
Foto: dairyreporter