La gabapentina è un anticonvulsivante strutturalmente simile al neurotrasmettitore inibitorio GABA (acido gamma-aminobutirrico), utilizzato anche in campo veterinario.
È un farmaco potente e con effetti collaterali meno gravi rispetto ad altri farmaci, ma ha un aspetto non secondario per i nostri amici a quattro zampe : un saporaccio insopportabile.
Lo sanno bene i proprietari di gatti, che tradizionalmente sono molto selettivi riguardo quello che gli viene proposto come menù.
E per quanto si riesca a mascherare il sapore del farmaco con liofilizzati o preparazioni magistrali ad hoc (paste aromatizzate o capsule appetibili) i palati più raffinati potrebbero trovare comunque da ridire sul piatto proposto.
Se poi il gatto in questione presenta delle convulsioni non altrimenti trattabili, bisogna trovare una soluzione!
Ci viene in soccorso l’articolo recentemente apparso su “Pain Medicine” di Bassani e Banov.
Gli studiosi hanno valutato la biodisponibiltà del gabapentin (oltre che della ketamina del baclofen e della clonidina) quando viene incorporato in un gel transadermico; ovvero la sua capacità di penetrare lo strato cutaneo e immettersi nel circolo sistemico una volta applicato sulla pelle.
In questo studio si sono valutati gel alla concentrazione dallo 0,2% al 10% dei principi attivi. Già dopo un ora dall’applicazione, si è registrato il picco di assorbimento comune a tutti gli analgesici, e la biodisponibilità è perdurata secondo l’emivita tipica di ogni molecola.
Questo studio offre quindi una solida base per offrire un’alternativa terapeutica ai tradizionali trattamenti per via orale, con regimi che possono venire personalizzati sullo specifico paziente (umano o animale) per migliorare il controllo del dolore.
... senza turbare il palato del micio!
Luca Guizzon
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