Con il termine “vitamina K”, si definisce in realtà un gruppo eterogeneo di sostanze, identificate nelle verdure a foglia verde, nei semi di cannabis e nel pesce o prodotte dalla flora batterica intestinale, tutte dotate di attività antiemorragica.
È proprio questa loro proprietà che ne ha ispirato il nome: infatti, derivano dalla parola tedesca koagulation (coagulazione). La vitamina K1 (fillochinone) è la forma di vitamina K più presente a livello ematico e che maggiormente introduciamo con la dieta.
Forse non ce lo ricordiamo...ma tutti noi abbiamo avuto una somministrazione di vitamina K almeno una volta nella vita: appena nati. Infatti, è di routine la somministrazione intramuscolare nel neonato per evitare emorragie nei primi giorni di vita.
La vitamina K, che non solo è importante per l’emostasi ma anche per il metabolismo osseo, purtroppo può essere “consumata” dall’utilizzo cronico di alcuni farmaci (esp: warfarin, antibiotici, salicilati).
La vitamina K2 o menachinone è presente nel tuorlo delle uova di gallina, nel burro, nel fegato, nei formaggi. Le due varianti di vitamina K2 più utilizzate nell’integrazione sono MK-4 o MK-7 che, pur avendo come struttura chimica lo stesso gruppo centrale attivo, si differenziano per la lunghezza delle catene laterali.
La vitamina K2 può agire direttamente sul metabolismo osseo: in vivo inibisce l’osteopenia ed in vitro aumenta la mineralizzazione indotta da osteoblasti, oltre ad inibire l’attivazione di sostanze pro-infiammatorie che concorrono alla depauperazione dell’osso. Vi sono due proteine nel tessuto osseo la cui attività dipende dalla presenza di vitamina K: l’osteocalcina e la proteina della matrice. L’osteocalcina, quando attivata dal menachinone, è incorporata all’interno dell’osso durante la formazione della matrice minerale ma, se ciò non avviene (oltre a causare una diminuzione della densità ossea), l’osteocalcina può entrare nel torrente circolatorio dove induce un aumento della calcificazione delle arterie.
Queste considerazioni sono confermate da uno studio osservazionale conclusosi nel 2015, che ha collegato la vitamina K2 alla salute cardiovascolare. Dopo 3 anni di supplementazione di menachinone (MK-7) alla dose giornaliera di 180 µg, la rigidità arteriosa è calata significativamente rispetto al placebo, in particolare nelle donne che già avevano una certa calcificazione arteriosa all’inizio dello studio.
Ma torniamo a puntare la nostra attenzione sul metabolismo osseo.
Gli scienziati hanno voluto anche valutare l’efficacia della vitamina K2 per il trattamento dell’osteoporosi rispetto all’alfacalcidiolo (analogo della vitamina D) nella fetta di popolazione più a rischio: le donne in post-menopausa. 236 donne sono state reclutate a ricevere per un anno una dose giornaliera di menachinone 45 mg o alfacalcidolo 0.5 μg associate a 500mg di calcio. Dopo un anno, la densità ossea è più che raddoppiata sia nel gruppo trattato con vitamina K2 che con alfacalcidiolo (da 1,2% a 2,7%) e, in entrambi i trattamenti, solo il 2% delle pazienti trattate ha subito delle fratture.
La rivista internazionale di osteoporosi ha poi effettuato, sempre 2015, una meta-analisi della letteratura per verificare il ruolo della vitamina K2 nella prevenzione e nel trattamento dell’osteoporosi. 19 trials clinici sono stati selezionati, per un totale 6759 pazienti, le quali hanno rinvenuto un significativo miglioramento della densità ossea, sia a medio che a lungo termine dalla supplementazione con vitamina K2, cosa che però non si è vista nelle pazienti non-osteoporotiche. Anche nel caso della riduzione e nell’incidenza delle fratture, il miglioramento è più significativo nel caso di donne con l’osteoporosi rispetto a quelle con densità ossea nella norma.
Se, quindi, è ormai certo l’effetto benefico della vitamina K2 sulla salute e sulla qualità di vita delle pazienti con osteoporosi, ad oggi resta un’incognita il ruolo preciso che questa vitamina svolge nelle donne senza osteoporosi.
Per la salute delle nostre ossa è sempre importantissimo esporsi al sole (con adeguata protezione)...
Luca Guizzon
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Foto: evolutamente