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Fitoterapia

La Carica papaya è una pianta originaria dell’America centrale, in Messico era chiamata Chichihualtzapotl, che significa "frutto dolce (da) balia", ed era un frutto particolarmente connesso con la fertilità.

Vasco de Gama fu talmente entusiasta di questo frutto che lo definì come “l’albero d’oro, dell’eterna giovinezza”.
Racchiude uno dei più interessanti enzimi digestivi che si possono ritrovare nei vegetali: la papaina. La papaina si estrae dal lattice prodotto dal frutto immaturo ed è in grado di migliorare la digestione delle proteine. In certi casi, questo enzima viene addirittura addizionato alle carni per renderle più tenere.

La passiflora è usata comunemente in fitoterapia come sedativo del sistema nervoso centrale, grazie soprattutto all’elevata concentrazione di flavoinoidi che presenta.

Finora si è sempre dimostrata un ansiolitico straordinariamente completo, tanto che produce maggiori risultati quando vengono usati i suoi estratti totali, piuttosto dei singoli principi attivi presi singolarmente: una specie di regalo della natura, un composto completo ed efficace.

Come tutte le piante ricche di flavoinoidi, il biancospino viene utilizzato tradizionalmente come ansiolitico.

Ma è proprio al cuore dove dimostra gli effetti migliori e più interessanti: contro l’insufficienza cardiaca, l’angina pectoris, le cardiopatie e l’ipertensione, gli estratti di biancospino vengono comunemente consigliati come terapie complementari, da prendere assieme ai farmaci.

Andiamo nel particolare: nel 2006, si è cercato infatti di capire l’effetto del biancospino sull’ipertensione, in pazienti che utilizzano farmaci per il diabete di tipo 2.
Settantanove pazienti del Regno Unito, tutti con questa forma di diabete, sono stati suddivisi in due gruppi.

Il lino è una fonte di fibre, semi e olio da sempre conosciuta e utilizzata. I semi sono utilizzati in soluzione cutanea per trattare le infiammazioni, mentre presi per via orale sono addirittura un toccasana: aiutano la tosse grassa, il colon irritabile, la stitichezza cronica e persino le forme leggere di diverticolosi.

Uno studio del 2012 però promette qualcosa di più, rispetto a tutti questi usi tradizionali: sembra infatti che gli estratti di lino possano essere un’alternativa valida ai cannabinoidi, con la stessa capacità di influenzare la risposta immunitaria. A livello di effetti sull’organismo infatti,
tutti i composti derivati dal lino e analizzati dallo studio hanno dimostrato una grande affinità con i cannabinoidi, in particolare per quel che riguarda il controllo dei processi infiammatori.

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