La Withania somnifera, anche conosciuta con il nome di ashwagandha, ginseng indiano o ciliegia d’inverno, rappresenta una pianta importante nell’ambito della medicina ayurvedica e tradizionale indigena da oltre 3000 anni. Sono state distinte ben 23 specie diverse di piante appartenenti al genere Withania di cui però solo la Withania somnifera sembra possedere proprietà medicamentose.
I principi attivi si concentrano soprattutto nelle radici e sono caratteristici di questo genere, si chiamano infatti witanolidi e i due più studiati sono la witaferina A e il witanolide D.
Storicamente la pianta è stata utilizzata come afrodisiaco, tonico per il fegato, antinfiammatorio, astringente e, più di recente, nel trattamento della bronchite, dell’asma, dell’ulcera, dell’insonnia e della demenza senile.
Nella medicina ayurvedica, l’ashwagandha viene utilizzata soprattutto come adattogeno. Gli adattogeni rappresentano una classe di composti che sono in grado di indurre nell’organismo ammalato condizioni di accresciuta resistenza alle malattie stesse; sono relativamente innocui, non hanno uno specifico meccanismo d’azione, ma normalizzano le condizioni patologiche.
Diversi studi clinici e ricerche effettuate sugli animali sembrano supportare l’utilizzo dell’ashwagandha nel trattamento dell’ansia, dei disordini neurologici e cognitivi, nelle infiammazioni.
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