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Fitoterapia

Il cosiddetto castagno d’India è da molto tempo usato per la prevenzione di malattie del sistema venoso periferico.

Ha infatti degli effetti del tutto peculiari e importanti: aumenta la resistenza capillare, riduce la permeabilità dei vasi, ha attività antiinfiammatoria e di drenaggio linfatico. Non stupisce allora di incontrarlo tra i componenti di molti farmaci prescritti in casi di insufficienza venosa periferica, emorroidi, cellulite e fragilità capillare.

Nonostante l’ippocastano sia già molto prezioso dunque, negli ultimi anni si sta tentando di sfruttarne gli effetti su più campi.

Uno dei casi più curiosi riguarda i disturbi alla perfusione dell’orecchio interno.

Nonostante in Africa venga usato come base per aperitivi o amari, il cosiddetto “artiglio del diavolo” ha guadagnato fama in Occidente come antiinfiammatorio e toccasana, contro i dolori legati ad artriti o ad altre condizioni reumatiche.

Nei prossimi decenni, si prevede che questo tipo di disturbi diventerà uno dei più diffusi, in una popolazione che continua ad invecchiare. Vale allora la pena valutare l’efficacia, la sicurezza e tollerabilità di un trattamento a base di artiglio del diavolo.

Ecco perché si sono reclutati 259 pazienti, per un test di otto settimane. L’efficacia è stata misurata combinando delle scale di valutazione standard con i risultati di un test per la qualità della vita, mentre la tolleranza è emersa dalle reazioni soggettive dei pazienti e dalle analisi del sangue.

Camomilla riesce quasi in un’impresa impossibile: avere gli stessi effetti del placebo, vale a dire nulli.

Attenzione però: questo è quanto emerge da uno studio molto specifico, in cui camomilla è stata testata solo per la sua efficacia contro l’insonnia. Infatti, nonostante questa pianta sia il rimedio fitoterapico più usato per problemi di sonno, la sua efficacia e sicurezza sono ancora relativamente poco esplorate.

È proprio questo che promette la comunissima pianta violacea, che si riscatta così per una vita passata a profumare ambienti e a decorare aiuole.

L’ansia, del resto, è un disturbo frequente nella popolazione ed è spesso accompagnata da nervosismo e da altri sintomi collaterali. Questi inducono al consumo di benzodiazepine: delle sostanze che alla lunga si possono rivelare molto dannose, oltre che creare una certa dipendenza.

Ecco allora uno studio in cui una preparazione orale di olio essenziale di lavanda è stata messa a confronto con il lorazepam (una comune benzodiazepina), per quanto riguarda i loro effetti contro l’ansia generalizzata.

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