Come tutte le piante ricche di flavoinoidi, il biancospino viene utilizzato tradizionalmente come ansiolitico.
Ma è proprio al cuore dove dimostra gli effetti migliori e più interessanti: contro l’insufficienza cardiaca, l’angina pectoris, le cardiopatie e l’ipertensione, gli estratti di biancospino vengono comunemente consigliati come terapie complementari, da prendere assieme ai farmaci.
Andiamo nel particolare: nel 2006, si è cercato infatti di capire l’effetto del biancospino sull’ipertensione, in pazienti che utilizzano farmaci per il diabete di tipo 2.
Settantanove pazienti del Regno Unito, tutti con questa forma di diabete, sono stati suddivisi in due gruppi.
Durante sedici settimane, un gruppo è stato trattato con 1200 mg di estratto di biancospino, mentre gli altri fungevano da gruppo di controllo, assumendo solo del placebo.
All’inizio e alla fine dell’esperimento si è svolto un questionario sulla qualità della vita e sulle abitudini alimentari, accompagnati dalla registrazione della pressione arteriosa.
Nel tirare le somme, gli studiosi si sono accorti non solo che il biancospino non ha influenzato l’azione del farmaco principale, ma anche che non ci sono state differenze nella pressione sistolica rispetto alla partenza. A livello di dieta, il biancospino ha aiutato l’assunzione delle giuste proporzioni di grassi e zuccheri, che nel caso di pazienti diabetici devono rispettare un equilibrio particolare.
In definitiva, questo studio ha dimostrato l’efficacia ipotensiva del biancospino in pazienti diabetici curati con farmaci, anche se come al solito la sua assunzione è consigliata solo dopo attento consiglio medico.
Riccardo Carli
Fonti: "Le 100 Erbe della Salute", Fabio Firenzuoli
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