Colon irritabile, gastrite, cefalea, ansietà, insonnia, tremori, vertigini e tachicardia: non si scopre oggi la vasta gamma di malanni a cui la Melissa officinalis, con i suoi estratti, può offrire sollievo.
Come terapia di accompagnamento o a volte addirittura come cura sostitutiva, la melissa è da sempre usata per la sua azione antispastica sulla muscolatura del tubo digerente e sedativa sul sistema nervoso centrale. Il merito va alle sue foglie, così ricche di polifenoli, da cui si estrae un olio essenziale al caratteristico profumo di limone.
Su questo la melissa ha già dimostrato e confermato la sua efficacia in numerosi test di laboratorio: se ne conoscono ampiamente i grandi pregi e le scarse controindicazioni. È in corso però, negli ultimi anni, il tentativo di applicare la melissa ad un livello per così dire superiore, a farle fare un salto qualitativo, utilizzandola come opzione per il trattamento del morbo di Alzheimer. In questo caso, oltre al generale effetto calmante e sedativo sulla muscolatura, se ne cercano di sfruttare le qualità di stimolazione a livello celebrale, in particolare sulla memoria.
È iraniano uno degli studi più prometti sull’Alzheimer: 42 persone, dai 65 agli 80 anni, affetti da medio o moderato morbo di Alzheimer, vengono trattati per quattro mesi con 60 gocce al giorno di estratto di melissa, monitorati e confrontati con il gruppo di controllo sotto placebo. Alla fine della terapia, il gruppo-melissa ha mostrato non solo un livello di agitazione e ansia sensibilmente minore, ma tutti i test cognitivi effettuati hanno rilevato un netto miglioramento dell’attività celebrale.
Così come in tutti i trattamenti anti-ansia o per il controllo dell’umore, anche in questo caso le dosi da assumere sono particolarmente elevate rispetto alle comuni terapie fitoterapiche di cui parliamo di solito (si arriva in alcuni casi anche a 1600 mg alla settimana).
Nonostante dunque le controindicazioni siano scarse, abbinando queste dosi massicce ai suoi effetti importanti, si intuisce facilmente come tutte le terapie a base di estratto di melissa siano da gestire con il controllo del medico: in particolare, la sua assunzione è sconsigliata a chi ha problemi alla tiroide.
Riccardo Carli