In questi giorni di caldo intenso l’anguria sicuramente non manca nei frigoriferi italiani.
Come merenda dissetante, dopo l’inevitabile sudata giornaliera, è da sempre il frutto estivo per eccellenza. Oltre a questo però, sembrava esserci ben poco: certo qualcuno lamenta di non poterla digerire, qualche altro usa la buccia come trattamento viso o anticellulite, e qualche altro ancora ne prende semi e buccia per improvvisare gioielli e opere d’arte naturali.
Al di là di ciò, non sembra però esserci niente di speciale in questo frutto: anche la scienza se ne era relativamente disinteressata, se non in tempi recentissimi.
Solo negli ultimissimi anni sono usciti dunque alcuni studi interessanti sugli effetti degli estratti di anguria, su fronti molto diversi ma sicuramente sentiti dall’opinione pubblica: per esempio, nel 2016 si è registrato un effetto positivo sui livelli di colesterolo cattivo nel sangue, anche se per ora la cosa è stata provata solo su un tipo particolare di pazienti.
È di quest’anno invece uno studio più ampio, che ha testato un integratore a base di anguria sul fronte del recupero muscolare dopo uno sforzo fisico intenso.
In particolare, il protagonista è stato un tipo di amino acido, la citrullina, presente in quantità nell’anguria e considerata potenzialmente benefica sulle performance fisiche. Lo studio ha coinvolto dei corridori di mezza maratona, a cui è stato fatto bere mezzo litro di succo d’anguria contenente 3,45 grammi di citrullina.
Tenendo conto anche di alcuni parametri macroscopici, come la lunghezza del passo, lo studio ha monitorato lo stato di affaticamento muscolare prima e dopo lo sforzo e registrato i marcatori plasmatici di danno muscolare a 24 e 72 ore dalla corsa, per poi confrontarli con chi aveva bevuto del semplice placebo.
A livello esteriore, si è notato che statisticamente chi aveva preso succo d’anguria ha mantenuto quasi la stessa lunghezza del passo durante l’intera mezza maratona, mentre il ritmo è calato significativamente nel gruppo trattato con placebo.
Subito dopo lo sforzo, il primo gruppo ha riportato livelli plasmatici di lattato e di glucosio molto minori, con una presenza maggiore di lattato-deidrogenasi e arginina. Per quanto riguarda il test a 24 e 72 ore, l’indolenzimento muscolare del primo gruppo è stato più basso sotto tutti i parametri considerati.
Con questo si può dunque dire che la somminsitrazione di succo d’anguria con dose fissa di citrullina diminuisce considerevolmente l’indolenzimento muscolare e mantiene basse le concentrazioni di lattato dopo un esercizio fisico inteso.
Ciò non toglie che una mezza maratona in questi giorni di calura è cosa del tutto sconsigliabile, anche se avete mangiato la vostra classica fetta d’anguria.
(Non abbiamo fatto propriamente una mezza maratona, ma un pò di riposo sotto una palma ce lo concediamo... arrivederci a settembre!)