Quando si parla di fitoterapia, bisogna considerare che stiamo raccontando di quella branca della farmacoterapia che si occupa dell’impiego, a scopo curativo, delle piante medicinali e delle preparazioni che da esse si ricavano (infusi, decotti, estratti ecc.).
Storia della fitoterapia e della medicina sono più strettamente legate di quanto possa far sembrare questa definizione. Se, infatti, negli ultimi decenni l’uso delle piante medicinali viene visto come un’integrazione alla terapia convenzionale, prima dell’introduzione dei farmaci di sintesi (fine del 1700), le piante ed i loro derivati erano tutto ciò di cui poteva disporre il medico per alleviare i sintomi dei pazienti.
Nella preistoria l’uomo, nella sua evoluzione da raccoglitore-cacciatore nomade a coltivatore stazionario, aveva sviluppato una primitiva selezione di piante: quelle commestibili e quelle medicinali. In questa prima fase, la “medicina” più sviluppata era la veterinaria: oltre a curare le proprie affettizioni infatti, per l’uomo era cruciale lo stato di salute del bestiame che gli forniva sostentamento. Alcune piante medicinali come l’origano (antalgico e antisettico) e la ruta (antispasmodica) compaiono nell’uso quotidiano a tal scopo.
Bisogna aspettare la civiltà Egizia ed Ebrea per avere delle testimonianze di un uso delle piante ragionato a scopo terapeutico. Negli Egizi e Ebrei la cura del malato era a carico della classe sacerdotale, poiché ritenevano che le patologie fossero causate da demoni (Egizi) o fossero uno squilibrio della natura dell’uomo (Ebrei).
Tra le tracce più antiche in Egitto ricordiamo il Papiro di Ebers del 1550 a.C. che descrive farmaci di orgine vegetale o animale spesso accompagnati da formule magiche. Dal papiro si evince che gli egiziano facessero uso di valeriana come sedativo, del ricino contro la stitichezza del salice come antiinfiammatorio. Piante che vengono utilizzate allo stesso modo anche ai giorni nostri, con conferme da studi scientifici.
Più tardi, attorno al 2700 a.C. reperti dell’uso di piante a scopo terapeutico si ritrovano sia nelle civiltà greche che, di pari passo, nella civiltà cinese.
Interessante notare uno sviluppo simile della medicina in civiltà estremamente distanti da loro attorno alla teoria di “Elementi” costituenti la materia. In grecia Ferecide da Siro nel 600 a.C. considerava la natura formata da 5 elementi (Etere, aria, acqua, terra, fuoco) e squilibri tra questi potevano portare allo stato di malattia nell’uomo; questo postulato si ritrova anche in Cina durante l’epoca Shang (330a.C.).
In questo periodo nasceva la teoria dei 5 elementi (Metallo, Legno, Terra, Fuoco, Acqua), che rimane tutt’oggi una metodica di analisi delle patologie in MTC.
Nella vicina India, attorno al 1000 a.C. nasceva la medicina Ayurveda, la cui filosofia di base considera l’universo come il derivato dell’azione di OM che crea Etere-Aria-Fuoco-Acqua-Terra.
Nel frattempo, in Grecia....
Luca Guizzon