Alcuni studi recenti permettono di parafrasare il famoso slogan del thè deteinato: sembra esserci un efficace aiuto naturale per chi soffre di insufficienza cardiaca, e si chiama biancospino.
Non sappiamo dire se è buono anche nel gusto, dato che le pillole con gli estratti naturali sono del tutto insapore.
Cerchiamo piuttosto di capire che effetti può avere sul cuore.
Già nel 2003 si era provata l’efficacia e la sicurezza di un estratto di biancospino, in pazienti con questo delicato disturbo. In un esperimento durato otto settimane, 143 pazienti sono stati divisi in due gruppi e trattati per 3 volte al giorno: chi con l’estratto naturale, chi con del placebo.
Si sono misurate la pressione sanguinea, la frequenza cardiaca e la tolleranza allo sforzo fisico, usando il classico test della bicicletta. Il risultato è stato che i pazienti trattati col biancospino hanno visto aumentare la loro tolleranza all’esercizio: in media, pedalando, hanno prodotto 8,3 watt di energia in più rispetto al gruppo di controllo.
Non sono state invece rilevate differenze significative tra i due gruppi nella valutazione soggettiva dei sintomi cardiaci, sia a riposo che sotto sforzo.
Trattandosi però di una malattia delicata, nel 2008 un altro gruppo di ricerca ha voluto effettuare una revisione della letteratura scientifica, per verificare gli effettivi benefici e i rischi del trattamento con estratti di biancospino in pazienti con insufficienza cardiaca cronica.
Sono stati incrociati i dati di 14 studi, in cui il biancospino era stato utilizzato in aggiunta alla terapia convenzionale. Tirando le somme, i ricercatori hanno confermato gli effetti positivi di biancospino sull’organismo sotto sforzo e sulla tolleranza all’esercizio fisico, almeno in confronto al placebo.
Anche il consumo cardiaco di ossigeno e il rapporto pressione-frequenza cardiaca hanno avuto una benefica diminuzione grazie all’estratto naturale. Di conseguenza, sintomi come il respiro corto e la fatica sono migliorati.
Per quanto riguarda invece gli effetti collaterali rilevati da questo studio incrociato, i più comuni sono stati nausea e sonnolenza, per lo più di media intensità.
C’è da dire però, che purtroppo nessuno ha cercato o evidenziato gli effetti a medio e lungo termine, registrando dati come la frequenza di infarti nel tempo o il tasso di mortalità.
La diffusissima e riconoscibilissima pianta dalle bacche rosse dunque sembra avere superato il test, almeno sul breve periodo e se assunta in concomitanza con la terapia farmacologica convenzionale.
Fonti:
Nota: preparati erboristici salutistici a base di biancospino sono disponibili presso la nostra farmacia.