La leggenda narra che sia stato un inglese, malato di tubercolosi, il primo occidentale a venire in contatto con Pelargonium sidoides.
Era andato in Sud Africa alla ricerca di un clima più clemente con la sua malattia, e lì si affidò ad un guaritore locale. Questo lo trattò con una specie di geranio: una pianta alta circa 50 centimetri, con le foglie a forma di cuore e dei fiori molto scuri, tra il rosso e il viola. Era un vegetale del tutto sconosciuto in Europa, ma diffusissimo in Sud Africa, ed usato come pianta terapeutica.
Il principio attivo di Pelargonium sidoides è estratto dalle radici della pianta, e negli ultimi anni si sta dimostrando efficace su vari fronti, anche se non contro disturbi gravi come la tubercolosi.
Si è innanzitutto confermato il suo effetto anti-raffreddore: in un test del 2007, quasi l’80% dei 103 pazienti coinvolti in un trattamento di 10 giorni è completamente guarito, contro il 31% del gruppo di controllo, trattato con del semplice placebo.
Ancor più interessante forse, è stato uno studio del 2009, che ha valutato la sicurezza e l’efficacia di una preparazione di Pelargonio sulle rino-sinusiti.
I pazienti erano tutti affetti da rinosinusite acuta di origine batterica: su una scala di valore che va da 0 a 24, che misura la gravità dell’affezione ed è chiamata Sinusite Severity Score (SSS), tutti i pazienti erano partiti da un valore di almeno 12. Dopo la terapia, i pazienti trattati con Pelargonio si sono ritrovati di media 5,5 punti in meno nella scala SSS, rispetto ai soli 2,5 punti guadagnati da quelli del gruppo placebo.
Questo risultato è stato confermato da tutti i parametri secondari, che indicano un decorso più favorevole e un recupero più rapido nel gruppo trattato con l’estratto naturale.
Non sarà la tubercolosi, ma Pelargonio si è dimostrato efficace contro un altro fastidioso disturbo, la rinosinute di origine batterica. Il tutto, senza effetti collaterali di rilievo.
Fonti:
Foto: flipper
Nota: Pelargonium sidoides è disponibile in Farmacia Campedello, Vicenza.