Certo, di primo acchito sembra un rimedio da vecchi druidi o da alchimisti medievali.
Eppure c’è una pianta efficacissima nell’accelerare la cicatrizzazione delle ferite: il suo nome scientifico è Sedum Telephium, ma viene comunemente chiamata Erba della Madonna o Borraccina Maggiore.
Si tratta di una pianta perenne originaria dell’Eurasia e amante dei climi freddi, che per qualche tempo ha addirittura assicurato una discreta fonte di cibo, quando le sue radici venivano schiacciate e unite a dello strutto fino a formare una purea. Sono però le sue foglie ad essere interessanti dal punto di vista farmacologico.
Foglie analgesiche, cicatrizzanti e sfiammanti, che possono essere applicate direttamente sulla ferita, dopo aver tolto la sottile pellicola che le copre.
Si sono dimostrate efficaci su ulcere, ascessi, fistole e a volte addirittura su emorroidi. Anche il succo è stato spesso utilizzato in medicina popolare, sempre come promotore della cicatrizzazione. Nonostante la lunga tradizione però, il primo studio scientifico a riguardo data appena l’anno 2000, ed è stato pubblicato da un gruppo di ricerca tutto italiano.
Come previsto, l’erba della Madonna ha confermato in pieno i suoi effetti, garantendo una più efficace e veloce chiusura della ferita. C’è però da fare attenzione, perché la pianta è molto potente e si sono verificati casi di reazione allergica, soprattutto nel caso dell’utilizzo diretto delle foglie.
È per questo che solitamente si consiglia non solo di non esagerare e di essere sempre monitorati da un medico, ma anche di non superare i dieci giorni di terapia.
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