Recentemente avevamo scritto di quanto le proprietà medicinali della Melissa officinalis fossero sotto la lente d’ingrandimento degli esperti.
Questi hanno cominciato a dimostrare quanto e su quali disturbi le proprietà di Melissa siano utili: finora si sono riscontrati effetti positivi soprattutto nel trattamento di disturbi gastrointestinali o di quelli legati all’ansia, ma, come detto, questi estratti si stanno addirittura candidando come terapia di accompagnamento contro il morbo dell’Alzheimer.
L’interesse per Melissa è dunque tale e articolato che, recentemente, sono uscite delle anticipazioni su un nuovo interessante studio, previsto in pubblicazione per il prossimo giugno. Questa volta, Melissa viene messa alla prova al cospetto dei tanto vituperati grassi nel sangue.
In particolare, lo studio che stiamo anticipando è stato condotto su un particolare gruppo di pazienti, tutti affetti dalla cosiddetta iperlipidemia borderline.
Per avere un quadro d’insieme significativo, i 58 soggetti coinvolti sono stati divisi in due gruppi e monitorati prima e dopo il trattamento: oggetto di attenzione sono stati tutti i parametri sanguinei, o meglio sierici, legati alla iperlipidemia, e quindi: glucosio ematico, HDL, LDL, Trigliceridi, creatinina e gli enzimi epatici AST e ALT.
Al primo gruppo sono state date, per tre volte al giorno nell’arco di due mesi, capsule contenenti 1000 mg di polvere di foglie di melissa, mentre il secondo gruppo ha ingerito del semplice placebo. Quello che si è visto è stata l’azione estremamente mirata di Melissa che, tra tutti i parametri considerati, ne ha condizionati soltanto due, riducendone significativamente i livelli registrati: si tratta, da un lato, di LDL, vale a dire del cosiddetto colesterolo cattivo; dall’altro lato, dell’enzima AST, o aspartato transaminasi, quello che di solito viene controllato nelle analisi del sangue per vedere se ci sono danni epatici.
In conclusione, si può sicuramente dire che gli estratti di Melissa, usati come integratori, oltre ad essere una ricca fonte di antiossidanti aiutano a riportare alla normalità i livelli di LDL e di AST: a confermarlo sono i risultati delle più recenti ricerche, valide quantomeno per tutti i pazienti affetti da iperlipidemia borderline.
Fonti: "Le 100 erbe della salute", Fabio Firenzuoli