In agosto, un articolo apparso sulla rivista “Addiction” valutava il ritorno dell’investimento (ROI) di politiche antifumo attivate in Inghilterra.
L’aumento delle tasse sulle sigarette, il divieto di fumare in luogo pubblico, le campagne contro il tabagismo ed il consiglio del medico curante sono tutte politiche che a livello nazionale possono portare a picchi di successo anche del 80%.
Qesti sono interventi che, sebbene possano fungere da “pungolo” finanziaro e, in certi casi, psicologico, non riescono tuttavia a contrastare i sintomi di astinenza che si sviluppano quando un fumatore si astiene dal fumare per più giorni.
In tal senso possono intervenire le terapie con sostituti della nicotina, ed in particolare si possono sfruttare le proprietà di una painta presente anche nel nostro paese: il maggiociondolo.
Da questa pianta, si può estrarre una molecola chiamata Citisina, che attualmente viene venduta come farmaco registrato nei Paesi dell’Est Europa, come terapia anti-fumo.
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Con il temine “probiotici” si descrivono quei particolari fermenti lattici che sono in grado di formare colonie permanenti a livello intestinale.
Tuttavia, gli effetti di questi batteri non si limitano al solo benessere intestinale, ma possono avere ripercussioni anche sull’intero organismo.
Un caso lampante è il trattamento dell’acne.
L’acne è una patologia cutanea che deriva dall’infiammazione del follicolo pilifero e della ghiandola sebacea annessa. In queste sedi la pelle appare più luminosa (per aumento del sebo), con comedoni.
Alla base dei questa infiammazione ci possono essere diverse condizioni: ipercheratizzazione del follicolo pilosebaceo che non riesce più a far fuoriuscire il suo contenuto di sebo; infezione da Propionibacterium acnes; o iperattività della ghiandola sebacea.
Negli ultimi anni vari sono state le molecole che si sono studiate per il trattamento: dalla tretionina, al dapsone solo per citarne alcuni.
In certi casi i dermatologi arrivano a prescrivere trattamenti a base di antibiotici sistemici.
Questo è un trattamento che, a fianco a dei benefici, può portare ad effetti collaterali soprauttto a livello intestinale, dove sterilizza la popolazione probiotica residente.
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Durante l’inverno il rigore delle temperature ha come facile conseguenza l’arrivo di patologie da raffreddamento.
Sono queste patologie spesso di origine virale ed infiammatoria (esp. il “classico” raffreddore) il cui decorso normalmente non presenta particolari aggravamenti dal punto di vista clinico, ma che sicuramente hanno sintomi fastidiosi.
Il mondo vegetale ci offre molti rimedi tradizionalmente utilizzati per alleviare i sintomi di queste patologie: in particolare gli olii essenziali.
Menta, eucalipto e pino sono tra gli olii essenziali più utili in questo periodo.
Sappiamo, ad esempio, che la menta viene spesso utilizzata per il suo potere rinfrescante. Ebbene, questa sensazione di “fresco” deriva dalla stimolazione di particolari recettori che si trovano anche a livello dei vasi sanguinei del setto nasale.
Il mentolo, il componente principale dell’olio essenziale di menta, riesce a stimolare questi recettori, genereando una vasocostrizione periferica: il naso si decongestiona il naso e si respira meglio. Inoltre, si è osservato che il mentolo possiede anche proprietà antistaminiche che, nel caso del raffreddore, possono essere sfruttate per ridurre l'edema e, quindi, evitare il peggioramento della congestione nasale.
Pino ed eucalipto trovano impiego soprattutto nel trattamento di un altro sintomo tipico di queste patologie: la tosse.
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Il blu di metilene (metiltioninio cloruro) si presenta allo stato solido di colore verde scuro, con riflessi bronzei: solubilizzato in acqua che acquista una colorazione blu scuro.
A seconda della concentrazione utilizzata, il blu di metilene può essere un agente riducente in grado di trasformare la metaemoglobina in emoglobina o ppure, ad alte dosi, di ossidare gli ioni ferrosi del’emoglobina a ioni ferrici, inducendo la formazione di metaemoglobina.
Sarà quindi cura attenzione del medico evitare sovradosaggi per evitare che la cura peggiori la condizione, invece che migliorarla.
La metameolginemia è una condizione patologica che può essere indotta da farmaci (nitriti, cromati, clorati, etc), o di causa genetica.
Il farmaco può essere utilizzato sia per via orale che per via iniettiva. Si preferisce questa via quando si vogliono evidenziare fistole o si ha bisogno di trattare velocemente la metaemoglinemia indotta da farmaci o per cause genetiche.
Proprio la causa genetica era a causa di metaemoglibenia che si presentava con letargia, stanchezza ed aggressivitò in un cane meticcio.
Si è soservato quindi che la percentuale di metaemoglobina era 10 volte il massimo accettabil e(27% contro, meno del 2%) . Somministrando il blu di metilene in fiale endovenosa alla dose di 1mg/kg, si sono risolti i sintomi. La cura è poi contitnuata con la somministrazione per os di 1,5mg/kg ogni 3 giorni, per evitare ricadute della patologia.
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