Non sono poche le piante che, nella vitalità del confronto e dell’interesse scientifico hanno visto confrontati i loro effetti con quelli di farmaci di sintesi.
Rispetto ad una singola molecola di sintesi, l’utilizzo di un fitocomplesso riesce ad apportare più benefici contemporaneamente, migliorando i più punti la qualità della vita del paziente.
Un esempio lampante lo si ha quando si considera la cefalea: questa condizione debilita pesantemente il paziente e se per le forme più lievi spesso sono sufficienti dei farmaci antiinfiammatori, nelle forme più gravi si utilizzano farmaci più specifici come i triptani. Proprio nei confronti di un rappresentante di questa classe di farmaci, il sumatriptan, è stato testato lo zenzero per il trattamento dell’emicrania comune.
Sia ricevendo 300mg di polvere di zenzero (Zingiber officinalis) che 10mg di sumatriptan, i pazienti riportavano un significativo miglioramento nell’intensità del mal di testa già dopo due ore. L’efficacia e la soddisfazione dei pazienti con questi due trattamenti è stata paragonabile in questo studio. Ciò che non era paragonabile è stato il profilo di sicurezza: decisamente migliore nel caso dello zenzero.
Un’altra patologia che può pesantemente peggiorare la qualità della vita del paziente è l’ansia. In questo caso come esponente della fitoterapia è stata selezionata la passiflora, pianta che vanta effetti ansiolitici.
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Che il cioccolato faccia bene, non solo al palato, è ormai cosa nota e funge da ulteriore motivazione (se mai ce ne fosse bisogno) per assaggiarne un pezzo in più.
La sensazione di benessere associata al consumo di cioccolato può essere qualcosa di più di un semplice rilascio di dopamina (neurotrasmettitore dell’”Appagamento”) da parte del cervello.
Gli studiosi Martin e Attille, infatti hanno voluto somministrare cioccolato al latte, o fondente a volontari affetti da vari stati di ansia. Dopo due settimane di “trattamento”, ovvero dopo due settimane che i partecipanti concludevano i pasti con uno snack a base di cioccolato al latte o fondente, gli scienziati hanno valutato i livelli di ansia e di energia post prandiale.
Gli snack a base di cioccolato al latte hanno ridotto significativamente la sensazione di ansia nei soggetti particolarmente ansiosi, mentre il cioccolato fondente oltre a ridurre l’ansia (in misura minore) riusciva a dare una sensazione energizzante ai volontari.
Questa azione energizzante del cioccolato è nota sin dall’antichità: secondo una leggenda azteca, la pianta fu donata dal dio Quetzalcoatl per alleviare gli esseri umani dalla fatica.
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Un’interessante integrazione per aiutare durante la pratica di sci alpinismo può essere effettuata con gli aminoacidi ramificati.
Gli aminoacidi ramificati sono tradizionalmente 3: leucina, valina e isoleucina e vengono somministrati in rapporto 2:1:1 per gli sport di resistenza.
Questo rapporto (2 parti di leucina per una parte di isoleucina e valina), è stato raggiunto a seguito di numerosi studi scientifici, che l’hanno indicato come ottimale.
Gli aminoacidi ramificati costituiscono circa il 20% delle proteine contrattili del nostro organismo e possono essere utilizzati dai muscoli in vario modo durante l’attività fisica: vengono ossidati per produrre enrgia (in particolare la leucina), utilizzati per sintetizzare nuove fibre proteiche, nella gluconeogenesi o re-immessi in circolo sanguineo per venire utilizzati a livello cerebrale
La leucina, in particolare, è l’aminoacido più importante per stimolare la sintesi proteica, in quanto attiva l’mTOR, via metabolica attivata selettivamente da questo aminoacido o dall’esercizio fisico.
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Il Symphytum officinale è una pianta erbacea che nel passato veniva utilizzata per trattare fratture, artriti, acne e ulcere varicose e gastriche.
Il nome deriva da “Symphis” che significa “crescere” in greco antico e “phyton” pianta: richiamando quindi l’utilizzo per la crescita e formazione delle ossa.
Proprio questa è una delle indicazioni che trova nella pratica omeopatica, che è l’unica pratica Marcantonio e Neto hanno voluto dimostrare l’effetto del trattamento omeopatico a base di shymphytum officinalis 6CH in ratti con impianti di titanio.
L’obiettivo dello studio era valutare l’accrescimento osseo attorno all’area impiantata e verificare se vi fosse un miglioramento rispetto al placebo.
I ratti assorbivano gocce di symphytum una volta al giorno miscelate in acqua. Dopo i primi 7 giorni di trattamento, i ratti trattati con il rimedio hanno dimostrato un accrescimento doppio della matrice ossea attorno alle placche di titanio. Accrescimento che poi si è livellato al gruppo di controllo dopo 28 giorni di trattamento.
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