La lomustina è un antineoplastico dotato di proprietà alchilante. Questo farmaco sembra in grado di legarsi al DNA e all’RNA durante il ciclo di replicazione cellulare, inibendo la moltiplicazione delle cellule tumorali.
Inoltre, si è visto in grado di inibire alcuni enzimi legandosi ad alcuni aminoacidi e proteine.
La lomustina possiede elevata liposolubilità che ne favorisce il passaggio attraverso la barriera ematoencefalica e questo la rende utile per un’elevato numero di malignità.
La lomustina è indicata, da sola o in associazione, nel trattamento di gliomi maligni, adenocarcinomi del tratto gastrointestinale, linfomi Hodgkin e non-Hodgkin, carcinoma della mammella, melanoma maligno, ipernefromi, mieloma multiplo ed alcuni carcinomi spinocellulari sia in campo umano che veterinario.
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Polvere cristallina bianca dal sapore amaro, solubilissima in acqua: queste le caratteristiche salienti della lidocaina cloridrato dal punto di vista tecnologico.
Dal punto di vista farmacologico, la sostanza è un anestetico locale che blocca la genereazione e trasmissione dell’impulso dolorifico. La lidocaina presenza un rapido inizio d’azione che compare dopo pochi minuti (con una piccola variabilità a seconda del sito di applicazione) ed una durata che varia dai 60 ai 120 minuti.
Sono molteplici i campi di applicazione di questa molecola, e non solo come anestetico locale.
La lidocaina, infatti, si può utilizzare anche per uso sistemico in quanto funge da antiartimico e debole bloccante neuromuscolare e viene utilizzato come farmaco di prima scelta per le aritmie da intossicazione digitalica.
Si può anche utilizzare per via oculare: in particolare, quando l’oculista vuole misurare il tono oculare può optare per la somministrazione di alcune gocce di un collirio a base di lidocaina al 4% e fluoresceina.
L’uso più classi della lidocaina è in ambito chirurgico ed in particolare dentistico.
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In queste giornate di bel sole, che ci fanno immaginare l’imminente primavera, un po' di energia e calore ulteriore ce la può donare il pensiero di una spiaggia assolata con acqua cristallina.
La spiaggia, nella fattispecie, dovrebbe essere di un lago salato con acqua alcalina e calda, perché è in queste condizioni che si sviluppa al meglio l’alga spirulina.
L'alga spirulina (Arthrospira platensis o Spirulina platensis) è una specie appartenente alla classe Cyanobacteria, conosciuta sin dall'antichità dai popoli della regione tropicale per le sue proprietà toniche.
La Spirulina era una primaria fonte di cibo per gli Aztechi e per le altre popolazioni dell'America Centrale fino al XVI secolo. Il raccolto dal lago di Texcoco e la successiva vendita sotto forma di torte era centrale nella vita della popolazione indigena.
Tale era l’importanza di questo raccolto, che se ne interessarono anche i conquistadores spagnoli al punto tale da dedicarne una dettagliata descrizione nei loro resoconti.
La spirulina è raccolta anche in Ciad, dove si preleva da piccoli laghi e stagni. Viene seccata in torte chiamate “dihé”, che vengono utilizzati per fare brodi per i pasti e anche venduti nei mercati.
L’effetto energizzante di quest’alga deriva dal suo elevato contenuto in proteine, oltre il 60% del peso, e dal complesso di vitamine e sali minerali.
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La psoriasi è una patologia che accompagna la storia dell’uomo da millenni. Le prime descrizioni della malattia, potrebbero risalire ai Codici Assiro Babilonesi del 2000 a.C., dove viene descritta come malattia cutanea squomo-crostosa.
Per avere il termine “psora”, bisogna però aspettare Ippocrate, che nella Grecia del V secolo a.C. fornisce una descrizione piuttosto dettagliata delle lesioni psoriasiche. Si attende Celso nel I secolodopo Cristo per i primi suggerimenti di trattamento, sfruttando le prorpietà antiinfiammatorie dello zolfo (rimedio che viene efficacemente utilizzato e prescritto anche ai giorni nostri).
Ma, sempre “ai giorni nostri”, sono disponibili nuovi trattamenti, che possono risolvere la psoriasi anche laddove i trattamenti standard hanno fallito.
Una molecola, in particolare, si è evidenziata utile in questi casi: il ditranolo (o cignolina). Questo principio attivo, applicato sulla cute, presenta azione cheratolitica ed antisettica. La cignolina, arrivando direttamente al nucleo delle cellule epidermiche, ne impedisce l’eccessiva replicazione e quindi la formazione della placca psoriatica.
Nella pratica dematologica, il ditranolo è spesso associato anche ad esposizioni con luce UV, proprio come proposto da Hoffmann.
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