L’erba spaccapietra, il nome tradizionale del Phyllanthus nirurii, è una pianta erbacea conosciuta da più di 2000 anni in India, dove rientra nei rimedi della medicina tradizionale Ayurvedica.
La moderna ricerca scientifica, si è molto soffermata sul possibile effetto contro il virus dell’epatite B, in quanto l'estratto della pianta potrebbe in più modi bloccare la replicazione virale e quindi combattere la malattia. Inoltre, è in grado di ridurre i valori di transaminasi.
Una revisione della letteratura ha evidenziato come, in realtà, gli effetti siano significativi solo nel caso in cui il phyallantus sia associato alla terapia antivirale.
Ma è non certo per le sue virtù contro l’epatite B che viene chiamata “erba spaccapietra”.
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La diosmina è un flavonide che si ritrova in svariati tipi di piante, in particolare del genere “citrus” (gli agrumi).
È una di quelle molecole totalmente naturali, ma così attive e così ben studiate da raggiungere lo status di “farmaco” e da rientrare in molte specialità medicinali.
Questo flavonoide aumenta il tono della parete venosa e riduce la permeabilità capillare, oltre ad avere, come tutti i flavonoidi, interessanti proprietà antiossidanti.
Nel nostro corpo la diosmina non agisce come tale, ma viene trasformata in dei metaboliti che si fissano sui vasi sanguinei, con azione flebotonica.
Si può ben dire che la diosmina abbia un forte tropismo per il sistema venoso: infatti è conosciuta e prescritta per il trattamento di emorroidi e dell’insufficienza venosa.
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“Devo finire questo lavoro.... devo andare a fare la spesa... domani ho il colloquio.... oddio devo correre in bagno”
Ecco cosa ascolteremmo se potessimo leggere i pensieri di un soggetto Argentum nitricum.
Sempre di fretta, mille cose da fare e una grande ansia da anticipazione addosso.
In particolare, questa ansia da anticipazione si somatizza a livello dell’apparato digerente dove potrà scatenare un attacco diarroico non appena il paziente mangia o beve qualcosa.
“L’andare in bagno” è in realtà un sollievo per queste persone perche scaricano (è proprio il caso di dirlo) la tensione accumulata.
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Che la storia sia maestra lo sapevano già i latini.
E la storia spesso ci suggerisce nuove idee, ricerche e intuizioni a cui non si aveva pensato. La storia delle coltivazioni del luppolo, da sempre elemento essenziale della birra, aveva due aspetti da sempre poco chiari: la tranquillità che questo lavoro trasmetteva ai coltivatori e i disturbi del ciclo mestruale nelle lavoratrici.
Del resto, anche senza sapere che il luppolo fa parte della stessa famiglia botanica della Marijuana, per molto tempo una certa cultura popolare lo ha consigliato, in forma essiccata, come riempitivo per cuscini agevola sonno.
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